Mi dispiace tanto apparire sempre come un nostalgico anche se non lo sono. Non cambierei la fruizione del calcio di oggi con quella di ieri. Ho pochissimi rimpianti. Ho una nostalgia, però, che è molto forte: quella della numerazione delle maglie. Non mi piacciono le maglie ritirate. È una cosa insopportabile che un bambino non possa indossare la 10 di Maradona. La maglia identifica un ruolo ben preciso. La 10 alla Juventus l’hanno indossata Del Piero, Platini e tanti altri. La poesia del calcio risiedeva in tante cose. I terzini, per esempio, sono un grande equivoco della storia. I terzini si chiamano così per il metodo utilizzato. Il calcio è mutuato dal rugby dove ci sono la prima, la seconda e la terza linea. In ogni linea c'erano i ruoli. I terzini erano la terza linea, gli attuali centrali difensivi di oggi, non quelli sulla fascia. Nel cambiamento storico del modulo difensivo i terzini si sono allargati e sono divenuti i laterali ed è cambiato l’assetto difensivo dei centro mediani.
In nazionale abbiamo due dei più forti esterni difensivi d’Europa: Dimarco e Cambiaso. Dimarco è diventato un’ira di dio ed è un esterno di fascia strepitoso. Cambiaso è un bipiede, spesso fa coppia con Savona che è il nuovo gioiello della rosa della Juventus, ha delle accelerazioni fantastiche e può giocare su entrambe le fasce. Dai terzini la nazionale italiana ha rilanciato la sua forza. È venuta meno la poesia del calcio. È scomparso tutto e cosa ci rimane? Le polemiche sul VAR. Solo polemiche e niente più poesia. Nessuno legge più poesie. Un mondo senza poesia, va alla rovina, perché conosce solo le guerre".
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