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Chiariello: “Conte ha ragione, c’è soggettività. Il protocollo del Var va cambiato”

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Su Radio CRC il noto giornalista intervenuto con il suo punto, analizzando le tematiche del giorno
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

Su Radio CRC, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Umberto Chiariello”, quest’ultimo è intervenuto con il suo punto, analizzando le tematiche del giorno. Di seguito le parole di Umberto Chiariello.

"Non mi piace dover ridurre tutti i discorsi ad un episodio di campo, cioè ad un rigore assegnato che non ha prodotto nessun effetto sulla partita. Non mi piacciono neanche le mistificazioni e le bugie. Io la partita l’ho commentata e l’ho vista insieme ad un allenatore professionista come Gigi De Canio e ad un bomber tecnico che si chiama Bruno Giordano. Tutti e tre abbiamo concordato che quello era rigore secondo gli standard attuali. Il rigore è una cosa seria, ma vi dico un dato: nonostante in Premier League ci sia più intensità, in Italia sono stati concessi il triplo dei rigori. In Italia c’è maggiore fiscalismo arbitrale. Di Paolo al VAR ha agito correttamente.


Agnelli non voleva il VAR e ci ha visto lungo. La Juventus è stata fortemente condizionata dal VAR. Gli arbitri come esseri umani non hanno perso la sudditanza psicologica verso le società potenti. Chi sono oggi? Marotta è un dirigente influente, Scaroni non sa neanche dove abita a Milano e un dirigente della Roma parla solo francese. Chi è che conta in Lega? Chi devono favorire gli arbitrii per fare carriera? La Lega calcio ha due fronti: Marotta che è vicino a Gravina e chi lo segue e il fronte Lotito-De Laurentiis-Cairo.

Il complottismo si basa sul nulla. Non esiste più un potere che permea su tutto l'ambiente calcistico. Il Napoli rappresenta il potere così come la Juve, l’Inter e il Milan. In testa alla classifica c’è Commisso, Lotito e anche De Laurentiis. Nessuno conta al punto tale da avere il governo del calcio e del potere arbitrale. Conte ha fatto un'operazione intelligentissima, ma sbagliando. Tutti vorrebbero un calcio che segue le norme e tutti vorrebbero che non siano applicate in maniera soggettiva. Il VAR non può sbagliare, non si può non vedere una cosa così evidente. Se il protocollo sta generando i mostri del soggettivismo, perché non va cambiato? C’è una soggettività imperante! Toglie serenità a tutti e questo è un problema. Antonio Conte ha ragione!".