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interviste

Chiariello: “A giugno avremmo riso sul nome Mazzarri, oggi lo guardiamo con speranza”

Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

A Radio Napoli Centrale è intervenuto il noto giornalista con il suo consueto editoriale

A Radio Napoli Centrale è intervenuto Umberto Chiariello con il suo editoriale, commentando la scelta di De Laurentiis sul ritorno di Walter Mazzarri sulla panchina del Napoli.

Chiariello sul ritorno di Mazzarri a Napoli

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"Non voglio essere disfattista, anzi. Vorrei spandere tutto l’ottimismo del mondo anche se non ci sono fatti a suffragarlo. Mi spiego. Se siamo tutti onesti intellettualmente, la risposta non può che essere univoca. Immaginate il 4 giugno, giorno della festa dello scudetto definitiva, dal giorno dopo De Laurentiis decide di fare il casting di allenatori che chiuderà nell’arco di 11 giorni. Immaginate, quindi, che il Napoli Campione d’Italia con grandi ambiziosi e con l’occasione di ripetersi, annuncia che l’allenatore del Napoli sarà Walter Mazzarri. Io credo che si griderebbe subito alla fake news, si direbbe ‘state scherzando?’, la gente si scompiscerebbe dalle risate o sbatterebbe la testa al muro. Non ci sarebbe stato nessuno ad accogliere la notizia con positività. Dopo pochi mesi, ci troviamo nella bella situazione per cui il Napoli scudettato, non solo è guidato da Mazzarri, ma è stato guidato fino a poco fa da un allenatore che sembrava solido e navigato, ma il tempo di distruggere un giocattolo è stato mandato via. È oggettivo che fa strano pensare che il Napoli prende dopo 11 anni un allenatore che aveva fatto bene, ma scomparso dal grande calcio con un pessimo decennio, che ha tutte altre idee sui principi di gioco, solo perché dichiara che sa tutto di Spalletti e di voler essere preso. Non suonerà strano se, invece, dico che Mazzarri è stata la meno peggio delle scelte possibili. La migliore, oggi come oggi, non c’è: De Laurentiis si è andato a chiudere in un vicolo cieco da cui era difficile uscire.

Adesso, però, De Laurentiis cosa doveva fare? Smarcarsi da ulteriori errori che, per rimediare all’errore, avrebbero fatto ancora peggio. In questa logica, la scelta ci sta ed è giusta. L’uomo Mazzarri, l’allenatore Mazzarri la capacità di accendere la scintilla, di lavorare sodo, di esercitazioni fino alla nausea, di entrare nella testa dei calciatori ce l’ha. Magari, tornare in questo ambiente gli fa bene: è motivato, gasato, è la grande storia, la grande occasione da guardare con estrema simpatia e senza pregiudizi. È vero, avessimo pensato che sarebbe venuto Mazzarri ad allenare il Napoli, avremmo riso, oggi lo guardiamo con fiducia e speranza. Pronti, via, sarà un ciclo senza se e senza ma da cui non si esce: o il Napoli resta a galla, oppure si salva il salvabile. È un déjà-vu? O in questo caso sarà un talismano necessario per le sorti di questo Napoli? Sono interrogativi che potremo dipanare soltanto quando la palla correrà in quel di Bergamo e ripartirà l’avventura di Mazzarri. Non c’è da essere convinti né dell’A né della Z, non c’è nessuna controprova al momento, ma se a giugno l’avremmo presa per una scelta folle, oggi si può pensare che è una scelta condivisibile: è l’analisi dei fatti che porta a giudizi differenti".



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