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Cheddira, l’ex allenatore: “Mi convinse con un allenamento. Il suo ruolo iniziale…”

Enrico Esposito

Intervista a La Gazzetta dello Sport del tecnico che ha visto l'attaccante marocchino muovere i primi passi nel mondo del calcio

Francesco Moriconi, allenatore di Walid Cheddira dal 2014 al 2017 nel Loreto, squadra militante nei campionati dilettantistici, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

Intervista all'ex tecnico di Cheddira

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"Quel rigore sbagliato sotto la neve quando vestiva la maglia del Loreto? Eravamo al 90’, stavamo pareggiando. Il campo era inguardabile, faceva freddissimo. Lui prese il pallone e colpì il palo. Nessun rimprovero, è stato un segnale di gran carattere. Era soltanto un ragazzino, per quanto si impegnava meritava soltanto complimenti. Mi è bastato vederlo una volta in allenamento per convincermi. Dissi al presidente che sarebbe rimasto in prima squadra, niente più Juniores. L'approdo al Mondiale con il Marocco? Non avrei mai immaginato arrivasse fin lì, però che si prendesse la Serie A me lo sentivo. Erano in pochi a credere in lui. A 16 anni aveva già un’ottima predisposizione fisica, tecnicamente era grezzo, faticava con i colpi di testa. Con il lavoro giusto sapevamo che sarebbe migliorato. Aveva un carattere eccezionale, portava sempre i palloni in campo perché era uno dei più giovani Correva su e giù per il campo dieci volte più degli altri. Anche se non lo schieravo titolare. Giocava esterno destro, se mancava la punta, piazzavo lui al centro. Al secondo anno abbiamo perso lo spareggio per la D, Cheddira era in campo ma non ha segnato. Avevamo una formazione modesta, ogni obiettivo era oro. Alla prima stagione in Eccellenza stavamo perdendo 2-0 in casa. All’intervallo lanciai un borsone colpendo al volto Cheddira. Lui scoppiò in lacrime, gli spiegai che era un gesto involontario. Ero arrabbiato perché quella partita non potevamo perderla. Alla fine vincemmo 3-2 e la rete decisiva la segnò proprio Walid. La finale playoff persa con il Bari? Quando l’ho visto piangere dopo la finale playoff persa contro il Cagliari, gli ho ricordato che le batoste si prendono. Ma serve reagire a testa alta”.



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