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Chiariello sul caso Juventus: “Evitiamo di mettere la polvere sotto il tappetto”

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Le dichiarazioni di Umberto Chiariello nel suo editoriale per Campania Sport

Raffaele Troiano

Umberto Chiariello, noto giornalista napoletano, nel suo editoriale per Campania Sport, si è soffermato particolarmente sul caso Juventus. Ecco quanto, delle sue parole, è stato evidenziato da CalcioNapoli1926.it.

Chiariello: "Juventus? Non voglio che la polvera finisca sotto il tappeto"

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Di seguito le dichiarazioni di Umberto Chiariello nel suo editoriale per Campania Sport:

"L’Italia del mainstream si è appassionata nuovamente a questo filone di pensiero del "mettiamola in caciara". Non sono un giustizialista, ma una cosa ce l’ho chiara. Se da questa indagine della Procura della Repubblica di Torino passata con tutta la fase d’indagine con faldoni da 10.000 pagine a Chiné ed alla Procura Federale del Calcio Italiano dovesse finire come una bolla di sapone, mettiamoci in testa che queste prassi dureranno in eterno. Se neanche dopo accuse così gravi che, attenzione, non è che se la Procura sportiva le derubrica e non le considera reati a livello sportivo finiscono là, sono campi diversi. La giustizia ordinaria e quella sportiva viaggiano con tempi e modalità differenti".

Sulla giustizia ordinaria

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"Per giustizia ordinaria, Agnelli e i suoi accoliti si dovranno difendere da accuse gravissime di aggiotaggio, cioè turbativa di borsa, falso in bilancio, fatture inesistenti, tanti di quei reati che ne avranno per anni di avvocati e carte bollate per poter evitare il carcere. La giustizia sportiva che ha acquisito le prove e Chiné, procuratore sportivo cioè colui che guida l’accusa Federale, è una delle tre parti del processo. Il giudice collegiale, cioè composto da più persone, della Corte Federale emetterà una sentenza di fronte alla quale il Procuratore Chiné o la Juventus non sono soddisfatte potranno appellarsi per arrivare alla massima espressione della giustizia sportiva, il CONI, salvo poi continuare al TAR ed al Consiglio di Stato".

Sulle parole di Grassani

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"Questo è lo scenario e Grassani che è un grande esperto di diritto sportivo ed ha spiegato perfettamente che la Juventus ha creato un sistema. Invece il Napoli ha fatto un’operazione one shot. Ci sono sempre vari tipi di plusvalenze, quelle positive che fanno bene al calcio e fanno sopravvivere società minori, poi ci sono quelle a specchio, senza uscita di denaro che oggettivamente sono fasulle. Per finire, ci sono plusvalenze inesistenti quando scopriamo dai bilanci che ci sono persone che non hanno mai giocato a calcio, ragazzi della Primavera che hanno smesso e vengono valutati 5-6 milioni".

Sulle altre possibili operazioni

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"Se ci sono altre operazioni dove ci sono prove, tramite intercettazioni o evidenze contabili, che la Procura di Torino ha trovato, non è detto che quel filone non verrà riaperto e se ci sono società coinvolte, come ha ben spiegato l’avvocato Grassani, è un’operazione di sistema e può ben essere che parta un’indagine di sistema, non dico una nuova Calciopoli, ma qualcosa che si avvicina molto perché verrebbero violati una serie di articoli del codice di giustizia sportiva. In questo, però, si va a toccare solo la galassia Juventus".

Sulle ripercussioni

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"Il Napoli non sarà mai coinvolto, lo possiamo dire con certezza. Mi auguro un’unica cosa, se esce fuori una sentenza dove c’è proscioglimento oppure una sanzione blanda, state sicuri che da domani mattina i club ricominceranno più di prima. Se invece la giustizia sportiva taglia il nodo ai comportamenti illeciti, artefatti, allora arriverà un messaggio forte. Non voglio una punizione esemplare, ma neppure che venga messa la polvere sotto al tappeto".