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interviste
(Photo by Daniele Badolato - Juventus FC via Getty Images)
Luca Cerchione, noto giornalista, è intervenuto ai microfoni di Sportitalia durante il programma Tutti al VAR, dove ha parlato del caso Juventus e di tanti altri argomenti. Ecco quanto, delle sue parole, è stato evidenziato da Calcionapoli1926.it.
Di seguito le dichiarazioni di Luca Cerchione ai microfoni di Sportitalia: "Caso Amrabat? Che il calciatore interessasse a tanti club non era una notizia nuova ma le sue intenzioni si sono rivelate chiare solo nelle ultime ore di mercato. Se magari avesse comunicato prima con i suoi dirigenti, avrebbero potuto trovare tutti una soluzione soddisfacente. Nella fattispecie, le modalità sono state un po’ squallide: un allenatore che telefona privatamente un calciatore non suo per convincerlo a trasferirsi nella sua squadra è scorretto, mi riferisco a quanto fatto Xavi proprio col centrocampista marocchino. Più in generale, definisco questa finestra di calciomercato come quella dei "non colpi". Infatti siamo qui a parlare di Amrabat, Zaniolo e Skriniar, i quali non hanno cambiato casacca, piuttosto che dei trasferimenti avvenuti. Amrabat continuerà ad essere nel progetto della Fiorentina, per gli altri due ci auguriamo che finisca allo stesso modo. Il difensore dell’Inter ha ottenuto ciò che voleva: restare fino a giugno in nerazzurro per poi trasferirsi al Paris Saint-Germain ed avere un bonus di 20 milioni di euro alla firma. Su Zaniolo nessuna novità: era un mese che dicevamo il ragazzo sarebbe rimasto con il cosiddetto cerino in mano ed è avvenuto esattamente questo. Faccio una piccola e personalissima digressione: a Roma due calciatori in questa stagione sono stati minacciati e la loro incolumità è stata messa a repentaglio, e, guarda caso, trattasi di Zaniolo e Karsdorp, ambedue risultati colpevoli di qualcosa secondo il pensiero di Mourinho. L’As Roma dovrebbe spiegare all’allenatore portoghese che in Italia non c’è la stessa cultura sportiva che ritroviamo nel resto d’Europa. Come diceva Nanni Moretti "Le parole sono importanti".
"Non fingiamo di dimenticare che su Thauvin c’era il Napoli qualche estate fa. Se oggi facciamo gli elogi a Cristiano Giuntoli per quanto sia bravo, io direi che dobbiamo stare attenti alle prestazioni che potrebbe regalare il francese con la maglia dell’Udinese… Verdi? Nell’ultima giornata di calciomercato più volte il sistema è andato in tilt, ma è accaduto in orari in cui c’era ancora margine di manovra. Nel caso di Verdi, invece, trattandosi degli ultimi minuti prima della chiusura della sessione, non c’è stata la possibilità di rimediare. Chiediamoci anche se ci sia stata la concreta volontà di rimediare e portare il calciatore dal Verona alla Salernitana. Chiudo facendo i complimenti all’amico-agente Claudio Anellucci, ex procuratore anche di Cavani, il quale ha riportato Mauro Zarate in Italia, al Cosenza, in una operazione che definirei romantica. Aspettiamo l’articolo di qualche quotidiano a tema economico che dichiarerà l’argentino si ripagherà con i soldi delle maglie vendute".
"Partiamo da Leao: andando per interpretazione, visto che sappiamo le parti avessero raggiunto l'accordo già qualche settimana fa, la leggera frenata di cui si parla nelle ultime ore presta il fianco al retropensiero che il ragazzo abbia messo un leggerissimo piede sul freno anche per capire quali siano i piani rossoneri. Ad oggi il Milan sembra una nave senza timoniere: non hanno avuto forze per prendere un portiere degno di tale nome, né per comprare Zaniolo, perdendo, di fatto, la possibilità non solo di tesserare un gran calciatore e fare un upgrade visto che avrebbe giocato al posto dello spaesato Messias, ma perdendo anche una sorta di braccio di ferro con una diretta concorrente ad un posto in Champions. Mi aspetto che la società scenda in campo e spieghi il perché di questo immobilismo sul mercato. Siamo passati dal definire Maldini e Massara due dirigenti top fino a due mesi fa, a dargli dei brocchi, e questo è inaccettabile perché è palese la colpa non sia loro. Tornando al portoghese, non credo stia guardando la classifica, quanto più il progetto, ed in questo contesto non mi sento di condannarlo, ancorché abbia molto appeal sul mercato e possa scegliere dove giocare in futuro. Comunicato della società? Il comunicato stampa è una reazione alle voci circolate. Se avessero avuto idee chiare, avrebbero parlato e spiegato la situazione senza sentirsi "provocati" dalle notizie scritte sui giornali".
"In primis è palese che Zaniolo non sia consigliato bene nelle sue scelte, né relative al campo, né, tantomeno, in quelle private, altrimenti non si sarebbe ritrovato in questa condizione, oggi. Se Nicolò ha deciso, di punto in bianco, di andare via dalla Roma e da Roma, avrà avuto le sue motivazioni che magari un giorno verranno fuori, ma in città sembra che tutti sappiano la verità e lo condannino. Dispiace tanto e credo che le parti in causa a perdere, in questa situazione, siano tre: oltre al calciatore ed al suo club, c'è anche la Nazionale di Mancini. Ad oggi il calciatore quasi non può stare nella capitale, soprattutto dopo l'aggressione ricevuta, e questa è una sconfitta per tutti: non si può mischiare il calcio con la vita, non possiamo tollerare che il ragazzo debba stare rintanato a La Spezia. Siamo tutti consapevoli che abbia sbagliato quasi tutte le sue scelte degli ultimi due anni, ma è un essere umano e deve essere lasciato in pace, anche libero di sbagliare. Pierre de Coubertain diceva che lo sport deve essere patrimonio di ogni uomo e di ogni classe sociale, ma la gente che ha costretto Zaniolo a scappare da Roma non ha nulla a che vedere con lo sport, deve essere epurata ed emarginata.
"Il parallelismo tra le situazioni del giallorosso e quella del difensore nerazzurro sta anche, e soprattutto, nell'atteggiamento dei dirigenti: Marotta non ha mai messo Skriniar ai margini della società, perché è un grande professionista del calcio italiano, cosa che, come già detto, non è accaduta a Roma, dove pre e post Napoli-Roma sia Mourinho che Tiago Pinto hanno scaricato quello che è ancora oggi un loro tesserato. In Italia non c'è la cultura sportiva che ritroviamo, ad esempio, in Inghilterra, dove i tifosi del Manchester United incontrano Haaland per strada e gli cantano cori di scherno, divertendosi tutti insieme, calciatore compreso. Dalle nostre parti non accadrà mai una situazione del genere. Noi giornalisti abbiamo la spada di Damocle della deontologia sempre sul collo: i dirigenti calcistici la pretendono da noi, ma non sempre ne sono esempi. Mi auguro che Skriniar giocherà fino all'ultima di campionato, come successo a Kessie nella passata stagione, perché lo merita: in oltre cento presenze in nerazzurro ha rimediato ventuno cartellini gialli ed una sola espulsione, arrivata, tra l'altro, quando era confuso dai venti milioni di euro di bonus alla firma che il Paris Saint-Germain gli ha offerto. Alla fine tra il difensore ed il club c'è stato il gioco delle parti: all'inizio della gestione Conte, il ragazzo fu messo sul mercato perché il tecnico non lo riteneva all'altezza. Oggi che è ambito da uno dei club più ricchi del mondo non gli si può imputare la colpa di volersene andare. Certo, che non gli venga più data la fascia da capitano credo sia il minimo".
"Non mi esprimo, ci sono fior di professionisti che stanno valutando la situazione. Da amante dello sport, chiedo a chi comanda il mondo del calcio di spiegarci perché società come il Chievo Verona di Campedelli fallì per buchi di bilancio irrisori rispetto alle cifre folli delle plusvalenze fittizie che leggiamo dagli atti delle indagini".
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