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Careca: “Ci definivano terzo mondo, poi è arrivato Diego. Osimhen ricorda Pelè”

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Le parole di Careca

Francesco Casillo

Antonio Careca ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de CalcioMercato.com. L'ex attaccante azzurro ha ricordato i suoi anni in maglia Napoli e non solo. Careca ha difatti detto la sua su Osimhen, attaccante del momento.

Careca: "Osimhen mi ricorda Pelè. Maradona ci ha salvato, eravamo considerati terzo mondo!"

Osimhen
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Di seguito ecco le dichiarazioni di Careca: "Sono un brasiliano napoletano, mi arrabbio quando parlano di Napoli sempre in un certo modo. Per fortuna le cose sono cambiate molto rispetto a quando sono arrivato io, all’epoca ci descrivevano come il terzo mondo. Qualche passo avanti è stato fatto, un percorso che ha avviato Diego prima di tutti. Dico Diego perché lui è arrivato prima e perché è stato il nostro esempio. Lui ha guidato una rivoluzione sportiva che però aveva un senso molto più profondo, che andava oltre i confini del campo. Abbiamo vinto contro Roma, contro Milano, contro Torino.

Hanno vinto i napoletani, che avevano bisogno di affrancarsi. Senza Maradona non sarebbe stato possibile. Non è stato difficile, riconoscevo in tante persone le stesse difficoltà che c’erano anche in Brasile. Io vengo da una famiglia modesta, il mio papà ha giocato un po’ a calcio ma poi si arrangiava da muratore.

E c’è un’altra cosa che accomuna brasiliani e napoletani. Il modo di affrontare la vita e i problemi. A Napoli ti sorridono tutti, sono allegri e calorosi. Sembra vivano senza complicanze e invece ho conosciuto realtà molto difficili. La differenza sta nell’approccio, in quel saper trovare spesso anche il lato ironico della cosa. Ma anche nel forte senso di solidarietà. Da altre parti l’egoismo è un elemento che purtroppo si afferma sempre di più.

A Napoli non attecchisce, a Napoli ci si aiuta e forse è anche questo che regala una speranza in più a chi tutti i giorni deve andare avanti. Ai miei tempi non era tardi. Non dimenticarti che non c’erano tutti gli strumenti che ci sono adesso, non c’era il web e conoscere calciatori che giocavano dall’altro lato del mondo era tutt’altro che semplice. E poi sono arrivato con la giusta esperienza, sposato, con i miei bambini piccoli. Una condizione che mi ha aiutato molto.

Chi mi ha portato al Napoli? Luciano Moggi, ma il merito è stato di Junior, mio connazionale. Mi conosceva, mi stimava, e ai tempi del Torino fece il mio nome a Moggi, che poi si trasferì a Napoli e venne a trattare l'acquisto del mio cartellino.

Ho visto qualche gara del Napoli, sono forti, giocano bene e sono uniti. Ho parlato con Spalletti e mi ha fatto una bellissima impressione, un uomo pulito e onesto. Questo ai calciatori arriva. E poi c’è Osimhen… Cosa ne penso di Victor? Che è fortissimo e che diventerà ancora più forte perché ha voglia di migliorarsi e ha ancora qualcosina da sgrezzare. Ma è inarrestabile, ha uno strapotere fisico impressionante. Nel gol fatto contro la Roma ho visto qualcosa di Pelé, ha dominato il pallone, sovrastato il difensore e spaccato la porta. In quel gol c’è tutto, tecnica, cattiveria e potenza.

Ho vissuto uno Scudetto da protagonista e proprio perché lo so vorrei tornare per godermelo da tifoso insieme ai napoletani. Sono passati tanti anni, città e tifosi meritano di rivivere una gioia simile e cercherò di programmare bene gli spostamenti. Anche se ti dico una cosa, invidio molto Osimhen e compagni perché avrei voluto godermene almeno un altro da calciatore".