Sui giovani
—"Il calcio italiano degli anni Ottanta-Novanta invece era il numero uno al mondo. Ricordo che in Argentina tutti volevano venire a giocare in Serie A. Oggi non è più così. Mi auguro solo una cosa: qualche volta non tutti i mali vengono per nuocere, spero che questo porti le squadre italiane ad investire sul calcio giovanile. Sono ancora convinto ci siano giovani di talento perché non hanno la possibilità di mostrare le loro doti. Ci sono squadre come l'Atalanta, l'Empoli, l'Inter, la Roma, che hanno tratto frutti più che ottimi dal settore giovanile, la Lega Calcio e la Federazione hanno fatto troppo poco. Ieri ho visto il nuovo campo di allenamento del Psg, una cosa meravigliosa. Lì non possono non crescere i giovani. I sobborghi di Parigi sono un po' come lo erano le favelas brasiliane. Se attrezzi un centro di allenamento come quello del Psg, investi sul futuro della società. E, volendo, togli dalla strada molti ragazzi. L'Atalanta manda in giro per la Lombardia dei pullman per portare i bambini dalla scuola all'allenamento e poi a casa e dico di più. Se non raggiungono risultati nella didattica, non li fanno più giocare".
Sul mercato del Napoli
—"Osimhen? Non credo che il Psg voglia spendere 200 milioni, certo se dovesse partire Mbappè il club avrà bisogno di sostituirlo e a quel punto potrebbe anche avvicinarsi a quella cifra. Mauro Meluso? Un mese fa mi chiesero un consiglio come ds al Napoli. Io indicai il suo nome. Mi fa molto piacere perché lo ritengo uno dei ds più seri, competenti e perbene del calcio italiano. Lo conosco da tanti anni, ho la fortuna di essergli amico. Per me esistevano due candidati ideali per il Napoli. Uno era proprio Meluso, l'altro era Tare, ma per via del suo carattere "spigoloso" forse avrebbe avuto qualche frizione di troppo con il presidente De Laurentiis”.
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