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Cannavaro: “Avrei voluto vincere lo scudetto col Napoli, Kim mi somiglia molto”

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L'ex difensore azzurro a Radio CRC, inoltre, ha parlato della stagione dei partenopei in Champions
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

Ai microfoni di Radio CRC è intervenuto Fabio Cannavaro, soffermandosi sullo scudetto del Napoli e il paragone con Kim Min-jae.

Cannavaro sullo scudetto del Napoli e il paragone su Kim

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“Avrei voluto vincere lo scudetto col Napoli, è il sogno di tutti i bambini napoletani, di chi è tifoso del Napoli e vincere un trofeo con la squadra del cuore e nella propria città sarebbe stato il massimo. L’importante alla fine però è vincere.  L’impresa del Napoli è stata incredibile e in tanti l’hanno sottovalutata. Dicono che la Juve è stata penalizzata, che il Milan non era quello dell’anno scorso, l’Inter neanche, ma la verità è che il Napoli questo campionato l’ha stracciato e va dato merito alla squadra, all’allenatore e alla società. La Champions è diversa, Milan e Inter erano talmente lontani dallo scudetto che potevano concentrarsi solo sulla Champions. Alla fine i valori sono venuti fuori perché l’Inter è più forte del Milan. Il Napoli non deve essere deluso dalla Champions perché in campionato ha fatto la differenza e magari l’anno prossimo farà meglio anche in Champions perché poi è questa la crescita che deve fare il Napoli. 

Kim non mi ha sorpreso, ci ho giocato contro in Cina e l’esperienza in Turchia lo ha reso più difensore, più concentrato. In Cina si permetteva qualche eccesso di troppo, ma non sono affatto sorpreso dal suo valore. Spero che resti, anche se dopo questa sua stagione a Napoli, sono certo che in tanti gli hanno messo gli occhi addosso. Nel calcio di oggi il centrale difensivo si cerca di renderlo regista più che difensore accorto. Questo ci ha penalizzato molto perché mentre in altre Nazioni hanno tirato fuori calciatori che riescono a fare le due cose, noi ci siamo concentrati solo sul migliorarli tecnicamente. Anche per i portieri vale lo stesso discorso. L’attenzione e il fatto di andare sull’avversario a 3mila all’ora senza avere paura, Kim mi somiglia molto. Spalletti ha fatto su di lui e su tutta la squadra un grande lavoro perché li ha fatti rendere tutti al meglio e più delle loro possibilità. Ad esempio ha convinto Osimhen ad essere il primo difensore, questo campionato non ha un giocatore solo che emerge, lo scudetto è la vittoria del gruppo ed è stata una vittoria di gruppo fantastico. 

Da giocatore dell’Inter feci una semifinale contro il Milan, loro passarono e vederli adesso trionfare proprio sul Milan fa piacere perché avevano vissuto già una semifinale con una sconfitta e la seconda sarebbe stata drammatica dal punto di vista psicologico. Le finali vanno giocate e Inzaghi non piace a tanti, ma alla fine ci arriva sempre e gli vanno fatti i complimenti. Il mio primo gol in serie A? Quel gol fu straordinario, era il primo gol segnato a Milano, ci insultavano e quel cross di Benny Carbone che non so perché mi diede quella palla, mi fece esplodere di gioia. Devo ammettere che tirai davvero male, il pallone rimbalzò davanti al portiere che fece una papera e noi portammo a casa una vittoria. La mia carriera da allenatore? Dopo l’esperienza della Cina che è stata importante c’è stato il Benevento, in cui l'esperienza è stata breve e so che devo lavorare. Devo fare esperienza, ma mi piace e continuerò a farlo. In Italia, in Europa e se non fosse possibile continuerà a girare".