«Trovo che l’Italia non sia inferiore alla Spagna. Di questa Spagna che non ha il livello di quelle del passato».
Stiamo riempiendo di responsabilità Spalletti.
«Che mi ha fatto scoprire un sacco di cose nuove».
In particolare?
«La sua gestione feroce della squadra e dell’ambiente».
Cosa intendi per feroce?
«Lui non delega mai, tutto avviene sotto il suo controllo. Nulla gli sfugge. Ha una capacità unica di adattarsi a tutti gli ambienti e sa parlare alla squadra. Ma posso chiederti un favore?».
Anche due.
«Non farmi parlare troppo di Spalletti e Sarri, l’ho fatto ripetutamente e mi sta venendo a noia. Lo dico con grande rispetto per entrambi, mi sembra d’essere leccaculo e non lo sono».
Non ho dubbi. Vogliamo approfondire il discorso su Spagna-Italia?
«Io sposo per intero quello che dice Spalletti».
Ecco. Ci risiamo.
«Intendo dire che l’Italia è una squadra che non si deve distrarre, non può permettersi cali d’attenzione. Si parla tanto del palleggio degli spagnoli, il palleggio è nella loro cultura, ma non è che a noi la palla scotti. Barella sa giocarla, Jorginho, Cristante e Pellegrini anche. Gli esterni pure e i due centrali Bastoni e Calafiori non hanno paura di trattarla. Per non parlare di Di Lorenzo e Dimarco. Chi può garantire che, se abbiamo la palla noi, ce la portino via? Abbiamo qualità, l’uno contro uno, sappiamo giocare nello stretto»
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