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Bucchioni: “Lopez simile a Lobotka, al Napoli consiglio un altro centrocampista”

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Enzo Bucchioni è intervenuto a Radio Marte, soffermandosi sul calciomercato del Napoli e su Luciano Spalletti
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

Enzo Bucchioni, giornalista, è intervenuto a Radio Marte, soffermandosi sul calciomercato del Napoli e su Luciano Spalletti.

Bucchioni sul calciomercato del Napoli

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Pur perdendo Kim e Osimhen il Napoli potrebbe rimanere competitivo perché c'è un telaio di gioco collaudato. Bisogna considerare anche il cambio dell'allenatore. Quindi ci sono cose che ti fanno dire che il Napoli potrebbe restare competitivo e però qualche dubbio rimane. Non a caso Osimhen è forse il secondo in Europa, non a caso si parla di 150-180 mln, o alla pari con Haaland. Un altro di quelli di cui si parla è Hojlund dell'Atalanta, un ragazzo che ha stoffa, qualità. David costa moltissimo, Beto forse assomiglia di più a Osimhen, come movenze, come modo di attaccare la porta ma c'è una bella differenza. Magari a Napoli, in un contesto di gioco si esalta come successe a Osimhen che poi è migliorato tantissimo. Scalvini piace a tutti però Kim ha fatto un campionato devastante. Su Lopez dico che è troppo simile a Lobotka, quindi, potrebbe essere meglio Koopmeiners, più duttile, più fisico. Dunque, gli interrogativi su che Napoli sarà ce li dobbiamo portare dietro. Primo perché ha raggiunto livelli di calcio altissimi, ha vinto lo scudetto dopo 33 anni e quindi il gruppo potrebbe avere “la pancia piena”; combatterebbe per la Champions, ha ancora voglia dentro? Dovremmo anche mettere in conto che questo stesso gruppo potrebbe attraversare un momento di rilassatezza. I dubbi ci sono anche perché quando da un meccanismo così perfetto ci togli l'allenatore o altre pedine fondamentali non sai se il meccanismo funzionerà lo stesso. 


Su Spalletti

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Nel mio libro (“Luciano Spalletti il vincente. Storie, segreti e colpi di genio di un allenatore controcorrente”) ho descritto Spalletti come personaggio che ha fatto il calcio negli ultimi 30 anni. In certi momenti anche sottovalutato. Sintetizzando posso dire che ha vissuto una vita per il calcio, da quando era bambino, da quando giocava negli allievi della Fiorentina, poi ha fatto una trafila lunghissima, l'allenatore delle giovanili, l'allenatore dell'Empoli dalla serie C alla serie A con una galoppata straordinaria, poi l'Udinese. Spalletti, forse anche per colpa sua, non si è mai posto, dal punto di vista mediatico, nel modo giusto. Ha raggiunto l'apice con il Napoli, il suo capolavoro, a 64 anni. Tante le situazioni favorevoli anche in Russia dove ha vinto 4 titoli e non è mai facile per gli allenatori italiani. L'ho descritto anche come persona dai grandi valori, la terra, gli amici d'infanzia che ancora sono quelli di oggi. Tutti valori di un uomo che si definisce contadino, cioè attaccato alla terra, alle origini, alle radici che ha sviluppato tutta la sua vita attorno a un campo di calcio, all'idea di fare calcio che si è esaltata a Napoli”.