Calcio Napoli 1926
I migliori video scelti dal nostro canale

interviste

Bucchi: “Sostituire Kim sarà difficile. Osimhen resterà a Napoli almeno quest’anno”

bucchi napoli
A “1 Football Club” programma radiofonico su 1 Station Radio, è intervenuto il noto allenatore ed ex calciatore
Tony Sarnataro
Tony Sarnataro Giornalista 

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Cristian Bucchi, allenatore ed ex calciatore del Napoli. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione de IlSognoNelCuore.com.

Le parole di Bucchi

—  

“Il Napoli ci è passato lo scorso anno, anche se le situazioni possono essere diverse. Soprattutto per le prestazioni in calando di Koulibaly nelle ultime annate, mentre Kim è nel suo massimo splendore. Questa stagione mi sono permesso di definirlo il difensore più forte del mondo. Sostituirlo sarà difficilissimo, ma va garantita fiducia a chi sarà chiamato a ricoprirne il ruolo. Assicurando la giusta serenità al calciatore ed al Napoli, che saprà mettere i propri giocatori nelle giuste condizioni per esprimersi la meglio. Nel modo di interpretare la fase difensiva di Spalletti c’era molta individualità. Kim era bravissimo a disimpegnarsi nell’uno contro uno, soprattutto atleticamente. Eccelleva nella difesa individuale, in campo aperto e nel gioco aereo. Garcia, invece, giocherà più di reparto. Per questa ragione si potrà sopperire ad eventuali lacune con le qualità di reparto. Cessione Tonali paragonabile a quella di Koulibaly? Credo siano due cessioni diverse. Koulibaly era il capitano, il simbolo di una squadra e della sua storia recente. Andò via per una cifra importante, ma non tale da stravolgere le casse della società. Una cessione, quella del senegalese, frutto delle esigenze tecniche. Tonali, invece, era il giocatore simbolo del futuro del club, e la sua partenza ha un significato puramente economico. La cifra richiesta permette al Milan di ricostruire la squadra, e di poter acquisire competitività nella doppia competizione. Quella competitività che, in questa stagione, è mancata”.


Su Osimhen

—  

“Credo che Osimhen rimanga a Napoli, almeno quest’anno. L’unico top club che può spendere quei soldi è il Bayern, che mi pare orientato su Kane. Il Tottenham non credo sia nelle condizioni di spendere le cifre richieste da De Laurentiis, non costituendo nemmeno il salto che il nigeriano auspicherebbe. La prossima stagione Victor è chiamato ad imporsi come uno dei top mondiali, come già fatto quest’anno ma con qualche noia fisica di troppo. Sostituire Osimhen sarebbe, dunque, difficile. Il giocatore che, eventualmente, si avvicinerebbe maggiormente ad Osimhen è Kolo Muani”.

Su Garcia

—  

“Ho seguito García molto da vicino nei suoi anni alla Roma, dove riuscì a portare qualcosa di nuovo garantendo un ottimo gioco. Ha gestito al meglio piazze difficili come Lione, Marsiglia e Roma, ma bisognerà essere bravi, a Napoli, a dare il giusto tempo al tecnico. Se si cominciano a fare subito paragoni con Spalletti sarà quasi impossibile per Rudi eguagliare quanto fatto da Luciano. Il francese, tuttavia, credo che riuscirà a garantire una ottimale continuità tattica agli azzurri. È stata una stagione un po’ diversa dalle altre, anche un po’ per demerito altrui. Basti pensare all’Inter che, con l’organico più forte del campionato, ha collezionato tredici sconfitte totali. Così come il Milan che è riuscito ad arrivare in fondo alla Champions pur con una rosa non propriamente all’altezza. La Juventus, poi, ha vissuto non poche incertezze. È un campionato, quello del Napoli, che dunque vede nella sua eccezionalità anche il demerito degli avversari. Una stagione da tenere lì, ma che non dovrà condizionare il prossimo campionato, che potrà essere ancor più difficile. Credo che l’avvicendamento sulla panchina azzurra sia stato un dispiacere per tutti. In Italia si sente sempre parlare di progettualità e di continuità, e questo non può non coincidere anche con la guida tecnica di una squadra. Recentemente il nostro calcio sta riacquisendo proprio il senso di continuità, in rottura con una tendenza degli scorsi anni sicuramente poco felice. Garantire il giusto tempo agli allenatori è necessario, e può rivelarsi anche profittevole. L’Atalanta, negli ultimi anni, ha dimostrato quanto la continuità e la progettualità possa consentire di raggiungere risultati un tempo impronosticabili”.