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NAPLES, ITALY - JUNE 26: Aurelio De Laurentiis, SSC Napoli President During SSC Napoli new manager unveiling on June 26, 2024 in Naples, Italy. (Photo by SSC NAPOLI/SSC NAPOLI via Getty Images)
Quella di oggi è una giornata molto speciale per il Napoli e la famiglia De Laurentiis. Il 10 settembre di vent'anni fa, il fondatore, insieme al padre Luigi, della Filmauro diventava presidente dell'allora Napoli Soccer, in seguito al fallimento della SSC Napoli, dando avvio ad un percorso che ha riportato la piazza partenopea ai vertici del calcio italiano ed europeo, raggiungendo risultati storici come l'accesso ai quarti di finale di Champions, traguardo mai raggiunto nella storia del club azzurro, e la conquista del terzo scudetto nel 2023, 33 anni dopo l'ultimo vinto con Diego Armando Maradona nel 1990. Una crescita virtuosa quella condotta da De Laurentiis, passata inevitabilmente anche da giorni molto complicati, come quelli della stagione 2004/2005, l'anno Serie C1, dove tra i protagonisti c'è stato anche Simone Bonomi, difensore che indossò la maglia azzurra proprio in quella stagione. L'attuale collaboratore dell'ex tecnico partenopeo e commissario tecnico della Slovacchia Calzona ha rilasciato un'interessante intervista a Calciomercato.it
“Di quei primi giorni ricordo che tutto rinasceva dalle ceneri. All’inizio ci siamo ritrovati a metà settembre a Paestum e non c’erano palloni, il materiale era contato. Poi man mano è stato amalgamato il gruppo, che creò le basi di quello che c’è adesso. Tutti i giorni ci allenavamo in un campo diverso per Napoli e provincia. Il magazzino era un furgone: non è stato semplice, ma è stato bello far parte dell’inizio di questo nuovo Napoli. L’atmosfera nello spogliatoio a volte era strana. Si entrava e poteva capitare di trovare Christian De Sica o Muccino che venivano a fare l’in bocca al lupo. Era molto particolare vederli prima di una partita. De Laurentiis non dava peso a certe abitudini che avevamo noi sportivi, era molto più leggero su alcuni aspetti. De Laurentiis era già un visionario. I fatti gli hanno dato ragione. Ha preso una società dal fallimento e pian piano è riuscito a portarla in alto. Il Napoli è un club che non si indebita come successo ad altre società e lotta sempre per il vertice. De Laurentiis non è mai cambiato, l'ho trovato sempre molto carico e presente nel cercare di fare qualcosa di bene per il Napoli. Miglior tridente d'attacco dell'era De Laurentiis? Dico Osimhen e Higuain, anche se potrebbero pestarsi i piedi poiché giocano nello stesso ruolo. Poi ce ne sono stati tanti, anche Cavani, Mertens, Lavezzi…Farei scontento qualcuno. Direi Higuain, Osimhen e Mertens, che alla fine è stata una scoperta piacevolissima come ruolo da centravanti. Cavani è stato il simbolo dell’attaccante del Napoli del ritorno in Serie A con De Laurentiis. Se mi aspettavo Dries capocannoniere del club? Magari all’inizio no, ma vedendolo allenarsi tutti i giorni, vedendo la sua perseveranza e la sua qualità, non sono rimasto più sorpreso”.
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