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Bigon: “Portai io Micheli e Mantovani a Napoli, De Laurentiis persona competente”

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A 1 Station Radio è intervenuto l'ex direttore sportivo del Napoli, soffermandosi sugli uomini scout azzurri
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

A 1 Station Radio è intervenuto Riccardo Bigon, consulente tecnico del City Football Group ed ex direttore sportivo del Napoli, soffermandosi sugli uomini scout Micheli e Mantovani.

Bigon su Micheli, Mantovani e De Laurentiis

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"Figura del direttore sportivo? Sta cambiando in linea con il cambiamento dei club che, nel tempo, si stanno strutturando a livello aziendale prima che sportivo. Le proprietà straniere hanno, senza dubbio, portato una nuova filosofia di lavoro e visione della gestione, e con essa il cambiamento delle figure dirigenziali al suo interno. Ne consegue un’area tecnica molto più strutturata, con più persone, mezzi ed input a cui attingere per creare la squadra. Il direttore sportivo non può più essere, dunque, quella figura tradizionale a cui eravamo abituati. Un’evoluzione naturale delle cose, cambiano le dinamiche ed è essenziale per un dirigente sapersi adeguare. Ho cominciato la mia esperienza con il City Football Group proprio a tal motivo, ampliando la mia visione e le mie competenze in una nuova realtà, che forse è un po’ più organizzato rispetto al calcio italiano. Micheli e Mantovani? Li portai a Napoli nel 2009. Diciamo che la loro carriera, a livello di alta Serie A ed Europa, l’hanno iniziata con me. Sono stati riassunti da De Laurentiis dopo Bologna e Verona, ed hanno raggiunto ottimi risultati. Sono due dirigenti di alto spessore, forse Micheli è visto come la testa di ponte in virtù del suo carattere, ma anche Mantovani vanta grandi qualità dal punto di vista dello scouting, e del creare rapporti sottotraccia per poi passare alla fase successiva che un direttore sportivo prende in mano per concretizzare gli affari. Sono delle pedine fondamentali per un direttore sportivo, e lo saranno ancora per il futuro direttore, se arriverà, e certamente per le dinamiche del club. Micheli ha scovato Kvaratskhelia in Russia? Beh, queste sono le leggende di chi ha scovato prima un calciatore. Ci sono mille racconti… È giusto, tuttavia, che la paternità dell’operazione resti al Napoli ed a quei dirigenti, come Giuntoli, Micheli e Mantovani, che vi hanno contribuito.


Il Napoli non è assolutamente una meteora. Ha sempre lottato per il titolo, è stabilmente in Europa da anni ed ha già vinto altri trofei, come Coppia Italia e Supercoppa. È la realtà più costante del calcio italiano. Un modello che andrebbe seguito. Tuttavia, tra l’essere virtuosi come club e come sistema, non basta una gestione come quella fatta dal Napoli. È necessaria una visione ed un cambiamento che possa inglobare anche altre componenti. Difficile lavorare con De Laurentiis? Il presidente, notoriamente, non è una persona con cui è semplice relazionarsi. Una persona intelligente, competente e convinta di posizioni, a volte, molto forti. È naturale potersi scontrare con lui, ma posso dire che avere un presidente come lui è un grande vantaggio. Per quanto possano essere conflittuali i rapporti, va riconosciuto l’apporto sostanziale che De Laurentiis riesce a garantire al club. I risultati del Napoli, ed il suo essere stabilmente al vertice, parlano chiaro. Non so quante posizioni del Ranking Uefa siano state scalate dall’acquisizione del club… De Laurentiis, alla fine dei conti, offre più di quanto si toglie. Un grande presidente. Osimhen? A lui non manca nulla se non confrontarsi con quella realtà. Dal punto di vista tecnico, però, non gli manca nulla. Per quanto riguarda il prezzo, a farlo è sempre il venditore…".