Però nel calcio esistono i cicli, ai trionfi si può dar seguito.
«Il punto è che se ogni risultato negativo è paragonato allo scorso anno, i calciatori perdono fiducia e si innesca un circolo vizioso. Nel pari con la Roma si è visto un buon spirito di gruppo e tanta sfortuna».
Il Napoli dovrà scegliere un nuovo tecnico. Quale sarebbe il profilo più adatto?
«Ne occorre uno molto bravo, non necessariamente giovane. Resto sempre dell'idea che ogni tecnico debba essere in grado di pensare il proprio sistema in base alla squadra. Si parte da un'idea e si modella sui giocatori. Non è una questione di 4-3-3 o 3-5-2: i tifosi vogliono vedere intensità, competitività, attaccamento. Sapersi adattare all'avversario va bene, saper imporre il proprio calcio è molto meglio».
Ritiene che Lopetegui sia l'uomo giusto per il Milan?
«Non conosco così a fondo le dinamiche del club e i criteri che stanno guidando la scelta, ma posso garantire per Julen: è un ottimo allenatore. Non sarà facile ereditare la panchina di Pioli perché ha portato un titolo. Subentrare a chi ha vinto è ancor più impegnativo».
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