Intervenuto ai microfoni di Radio Crc nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete”, Emanuele Belardi, ex calciatore del Napoli, ha parlato del grande lavoro svolto dalla squadra allenata da Spalletti. Impossibile non soffermarsi anche sul suo passato in maglia azzurra.
interviste
Belardi: “Non tifo Napoli, ma sono orgoglioso di aver indossato i suoi colori”
Il commento di Belardi sul Napoli
—Di seguito quanto dichiarato: "E’ passato un po' di tempo dal mio Napoli, da Reggio Calabria raggiunsi la squadra direttamente a Paestum. Dopo 19 anni il Napoli guardate dove si trova, ma comunque va detto che è da diversi anni che compete ad alti livelli. Quest’anno sta facendo qualcosa di superlativo, ma ha comunque disputo la Champions da diversi anni. Spalletti è da sempre uno dei più bravi allenatori italiani, magari non ha vinto tanto, ma ha sempre fatto giocare bene le sue squadre. La crescita del Napoli è frutto di una seria programmazione perché cedere i giocatori più importanti e scommettere su giovani sconosciuti e raggiungere questi risultati vuol dire programmare in maniera seria e intelligente. Meret aveva bisogno solo di più fiducia e meno competizione. Con la tranquillità si è affermato e il collettivo lo ha aiutato".
Sul lavoro collettivo
—"Il Napoli subisce 3/4 tiri a partita e questo vuol dire che tutti danno una mano e che si difende di squadra e non di reparto. Tutti fanno tutto nel Napoli, lo stesso Osimhen va a recuperare palloni a centrocampo ecco perché il Napoli non dipende da nessuno. Il Napoli è un collettivo dove tutti i giocatori sono importanti e questo è un capolavoro".
Su Giuntoli
—"Giuntoli da anni è un direttore eccezionale, è certamente tra i più preparati nel suo campo. Quando si arriva ai quarti di finale di ChampionsLeague, ogni avversaria è complicata. Bisognerà capire la testa e le gambe come affronteranno questo quarto, ma il Napoli può essere davvero la mina vagante della competizione. Il Napoli è una società modello anche per ciò che concerne la sostenibilità economica".
Sulla fase attuale del calcio italiano
—"È bello avere 3 italiane ai quarti, peccato che però si vedano pochi italiani in campo. I club italiani dovrebbero credere di più nel prodotto italiano e bisognerebbe investire di più nel settore giovanile e quindi crescere e formare il campione in casa. Non sono tifoso del Napoli, ma sono orgoglioso di questo Napoli e di aver fatto parte di questa famiglia”.
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