Caprile e Di Gregorio possono essere i portieri di un top club italiano?
“Caprile è al suo primo anno in A. L’anno scorso ha giocato in B, oggi si sta riscattando. Tuttavia, fare il portiere delle grandi squadre è complicato, soprattutto a Napoli. Ciò detto, l’ex Bari può crescere e fare cose importanti. Di Gregorio, invece, è già allo step successivo. Parliamo di un ragazzo di personalità, che spesso si assume rischi anche nelle giocate con i piedi. Sono due profili da seguire, anche se ce ne sono altri”.
Come vedrebbe un portiere come Skorupski in ottica Napoli?
“È un portiere importante, anche se non molto dotato tecnicamente con i piedi. Skorupski gioca da diversi anni in Serie A, e sta esprimendosi ottimamente a Bologna. Tuttavia, sarà importante capire chi sarà il prossimo allenatore degli azzurri”.
La tendenza di costruire dal basso non rischia di incidere sui fondamentali di un portiere?
“Con me sfondate una porta aperta. A mio avviso, un portiere deve anzitutto parare. Quando, anni fa, il Barcellona giocava da dietro, lo faceva con un portiere, Valdes, che in Serie A non avrebbe giocato nemmeno all’Empoli. Tuttavia, era funzionale al sistema di gioco, doveva fare soltanto quello. Anche Ederson ha vinto tantissimo, ma non è certo un portiere formidabile. Guardiola può anche prendere tre gol, tanto sa che ne farà più dell’avversario”.
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