Spalletti e Inzaghi hanno qualcosa in comune?
«Partiamo da un presupposto: questo è il terzo anno che l’Inter cerca di vincere il campionato. In un’occasione ci è andata molto vicina, perdendolo come sappiamo tutti a Bologna. È partita sempre favorita, anche l’anno scorso. Il Napoli no, fu una sorpresa, l’obiettivo iniziale era quello di tornare in Champions. Il percorso di Inzaghi e Spalletti quindi è stato assolutamente differente, ma qualcosa in comune c’è: l’affiatamento che hanno dimostrato le loro squadre».
Tra Osimhen dell’anno scorso e Lautaro di quest’anno chi prende e chi mette in panchina?
«Nessuno dei due, uno è una prima punta, l’altro no, ma sono entrambi determinanti. Osi fa reparto da solo, Lautaro è più tecnico. Giocano per la squadra e questo favorisce anche il rendimento dei compagni».
Fino a che punto può spingersi l’Inter?
«Fino alla finale di Champions, proprio come l’anno scorso, ma sono fiducioso anche per il Napoli contro il Barcellona. L’Inter è impressionante per qualità e varietà di gioco, è dura trovare un centrocampo così completo. Non vedo perché non possa arrivare in fondo».
Domani c’è in palio la Supercoppa e dentro anche la sfida tra due argentini: Simeone e Lautaro.
«Se domandiamo a 100 persone neutrali come finirà, direbbero tutte Inter, ma le finali vanno sempre giocate. Il Napoli ha fatto una partita oculata contro la Fiorentina e credo farà lo stesso domani. Quanto a Simeone, quest’anno partiva da terzo, dietro anche a Raspadori, gli faccio i complimenti, si fa sempre trovare pronto. Lautaro invece c’è sempre, è una garanzia».
Mazzarri ha detto che se possibile tornerà alla difesa a 4. Contro l’Inter come giocherà?
«Credo ancora a 3. Per esigenza, ma non solo. Il suo primo Napoli aveva quel marchio di fabbrica. Al suo arrivo s’è dovuto adeguare, seguendo la filosofia del presidente e per come era stata costruita la squadra, ma l’acquisto di Mazzocchi credo sia indicativo. Ha voluto più copertura e giocatori abituati a quel sistema di gioco».
Le piacciono i nuovi acquisti del Napoli, Ngonge e Traore?
«Lindstrom è stato preso per fare da rincalzo a Politano, ma s’è intristito, quello sulla fascia non è il suo ruolo e non so quale sarà il suo futuro. Per questo credo sia stato preso Ngonge. Traore nell’ultimo anno e mezzo ha giocato poco: un trequartista che penso farà la mezzala, che ha i gol nel suo repertorio. Deve trovare la condizione fisica, potrebbe essere utile per il finale di campionato».
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