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interviste
BRESCIA, ITALY - DECEMBER 07: Gianluca Atzori head coach of Reggina during the Serie B match between Brescia Calcio and Reggina Calcio at Stadio Mario Rigamonti on December 7, 2013 in Brescia, Italy. (Photo by Maurizio Lagana/Getty Images)
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Gianluca Atzori, allenatore ed ex calciatore dell’Empoli. Di seguito, un estratto dell’intervista.
“Garcia? Diciamo che oggi ci vuole pochissimo a destabilizzare un allenatore ed a fargli perdere credibilità. Garcia, nell’ultimo mese, ha perso credibilità per un gruppo che già affrontava diversi problemi. Le reazioni dei giocatori ai cambi, infatti, denotavano qualcosa che già non andava. Per destabilizzare ci vuole poco, è necessario che la società appoggi un allenatore o il malcontento della piazza. In questi casi, si va avanti finché i risultati non ti condannano, o devi avere la fortuna di un gruppo che ti supporta incondizionatamente. Perché il tecnico francese ha subìto un simile trattamento? E’ un discorso di aspettative. Quando sono così alte, la condizione attuale di classifica induce a credere che Garcia stia fallendo. Oggi, riuscire a ripetere quanto fatto da Spalletti è umanamente impossibile. Ritrovarsi quarto in classifica, con una sconfitta contro l’Empoli, porta a ritenere sia un disastro anche un quarto posto. Eppure, ci sono allenatori che hanno meno punti del Napoli eppure si dice stiano facendo un buon campionato…. Quali sono stati i limiti del Napoli contro l’Empoli? Credo che oggi, se mettessimo le due squadre a confronto, non ci sarebbe paragone. Va compreso, però, che il Napoli, nonostante sia tecnicamente superiore, non è una squadra, a differenza degli empolesi. Quel che il Napoli ha fatto lo scorso anno si deve al fatto di essere stato squadra, cosa che è riuscita all’Empoli nella gara di ieri. La squadra di Andreazzoli ha giocato in undici, mentre il Napoli undici gare diverse. Questa è la principale differenza. Non schierare Kvaratskhelia un errore? Sarebbe come parlare del niente. Nessuno mette in dubbio le qualità del ragazzo, ma ci sono tanti calciatori di valore nel Napoli. Parlare dopo è sempre facile, ma è l’allenatore a fare le valutazioni più opportune dopo il lavoro settimanale".
I calciatori azzurri necessitano di essere sempre motivati al massimo? "Credo che Garcia non sia riuscito ad inculcare la sua idea ai ragazzi, o che essi non abbiano creduto nelle idee del tecnico. La passata stagione, invece, i calciatori credevano ciecamente in Spalletti. È qui che risiede la principale differenza. Gli azzurri giocavano sempre la partita dell’allenatore. Oggi, invece, le teste sono troppe e ognuno segue le proprie idee. Così diventa difficile. Su chi dovrà puntare il Napoli? Antonio Conte, per quanto improbabile, è un dei pochi allenatori con le idee ben chiare su come far giocare le proprie squadre. In generale, il Napoli deve cercare un tecnico che abbia delle idee chiare, e che sia in grado di trasmetterle alla squadra. Il doversi misurare con un presidente tuttofare, tra campo, mercato e dirigenza, può essere un ostacolo nella scelta di arrivare a Napoli per un prossimo allenatore? Sicuramente non aiuta. Il carattere del presidente non facilita la scelta del futuro allenatore. È anche vero, però, che, al giorno d’oggi, tutti i tecnici sono chiamati a confrontarsi con simili caratteri. Personalmente, anche io faccio fatica ad interagire con chi vuol mettere bocca nel mio lavoro. Tuttavia, chiunque vada a Napoli è consapevole di dover misurarsi con un presidente un tantino spigoloso”.
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