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e commissioni degli agenti sono un problema serio per il nostro calcio?
“Oggi posso dire che, quando facemmo l’operazione con il Palermo per Cavani, chiudemmo l’operazione al telefono con Rino Foschi, senza avere nulla di scritto. Quando si sta tra persone perbene e capaci, le operazioni si possono concludere anche al telefono. Quando arrivammo a Milano per concretizzare, rimanemmo chiusi in albergo tutto il giorno. Eppure, un dirigente, ancora oggi di spicco per il nostro calcio, ci fece un assalto per convincerci a chiudere con la sua società. Avremmo potuto cedere, l’offerta era allettante. Chiamammo Foschi al telefono, lo avvisammo e gli ribadimmo che non avremmo indietreggiato. Dopo quattro minuti, Foschi arrivò in albergo e cominciò a strillare come un forsennato. L’altro dirigente fu accompagnato alla porta. Vi racconto questo aneddoto per farvi capire quanto contasse la parola tra dirigenti perbene”
Nel calcio moderno vede dei signori stile Rino Foschi?
“Mi è molto difficile… Manna? Non lo conosco, quindi non posso permettermi di giudicarlo. Posso dire che, come c’è stato un peggioramento sul campo, così c’è stata una grossa discesa verso il basso nella parte dirigenziale”
La Juventus ha accorciato il gap dall’Inter?
“Non so se ha accorciato il gap. L’Inter è una squadra destinata a vincere, con investimenti molto intelligenti anche in questa sessione, senza cedere nessuno del gruppo vincente dello scudetto. Il gap è ancora molto ampio con le inseguitrici. Anche la Juventus, però, sta facendo un mercato molto intelligente. Thuram è stato portato a casa, e Koopmeiners è un calciatore capace di spostare l’asticella. Poi, c’è il dilemma Thiago Motta. È uno dei migliori tecnici emergenti, ha fatto la gavetta e credo che sia il giusto riconoscimento arrivare alla Juve. Giuntoli gli sta garantendo dei giocatori funzionali”
Dopo Buongiorno e Marin come si muoverà il Napoli?
“Intanto, oggi come oggi serve sempre la certezza di poter avere certi giocatori. Se Buongiorno e Marin arrivassero concretamente al Napoli, si sarebbe fatto poco. Vanno messi dei puntini molto chiari sulle situazioni Kvara, Di Lorenzo e di tutti gli scontenti. Altrimenti, Conte non sarebbe felice. Il tecnico leccese non tiene giocatori scontenti, ha bisogno di certezze”
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