Sul futuro: "L'istanza che abbiamo portato in Lega è arrivata dopo l'interlocuzione coi capitani di Serie A, il tema è sentito. Le istanze sono state fatte in modo costruttivo, secondo le ricerche scientifiche oltre 50 gare sarebbe non lecito fare. Oggi si parla di diritti televisivi ma se non preserviamo la salute dalla parte apicale del nostro mondo, perdiamo uno dei fulcri per il futuro. Siamo vicini al punto di non ritorno: ora ci sarà il Mondiale per squadre, le Nazionali hanno sempre più impegni, si arriverà a un punto in cui questi ragazzi avranno un calo fisico e psicologico".
Sui prossimi impegni dei calciatori: "Avremo una prima fase di Champions di dieci gare e non di sei. È per questo che il calendario che si è adattato a non avere turni infrasettimanali in prospettiva di quel che sarà, ognuno occupa gli spazi rimasti liberi. Il valore economico, è chiaro, lo danno le grandi competizioni e nessuno vuole ostacolare la crescita del mondo ma serve salvaguardare la salute dei protagonisti. Non è un'idea che si può mettere in campo. Se passassimo in A da 20 a 18, quelli slot verrebbero occupati da altro. Il problema non è il numero delle squadre di A, dobbiamo capire se c'è un numero massimo di partite, come chi ci dice chi studia il nostro mondo. Se c'è un numero massimo di minutaggio".
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