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Abodi: “Mi auguro che il Maradona venga rinnovato. Sul decreto crescita…”

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Intervistato dal noto quotidiano rosa, il Ministro dello Sport e dei Giovani ha parlato dei temi caldi legati al calcio italiano
Gianmarco Nurra

Intervenuto ai taccuini de La Gazzetta dello Sport, il Ministro dello Sport e dei Giovani Andrea Abodi ha rilasciato una lunga intervista sui temi caldi legati allo sport italiano. Di seguito, dunque, ve ne riportiamo un estratto.

Abodi: "Il decreto crescita è stato un danno per il settore calcio"

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A che punto è la riforma della legge Melandri?"È pronta la prima bozza. Al momento è al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per una opportuna condivisione, poi inizierà la fase di concertazione anche con i vertici del calcio e le sue componenti: conto di presentare il decreto entro il primo trimestre del 2025, forse anche prima. Terrà conto dell’evoluzione tecnologica che sta modificando l’idea stessa dei confini del mercato nazionale e riducendo la distanza tra il contenuto, il suo titolare e il suo fruitore. E poi ridefinirà la mutualità, con una rielaborazione del modello, sia orizzontale, in Serie A, che verticale, a beneficio del sistema calcistico. Mi auguro che la Lega maggiore lavori più efficacemente sulla catena del valore, soprattutto a livello internazionale, dove servono visione, strategie e alleanze". 


Quest’anno ha anche avviato i lavori per rinnovare gli stadi? "Venerdì scorso, in una riunione al MEF, con il collega Giorgetti, abbiamo fatto un ulteriore e decisivo passo avanti per la nascita di un fondo equity che investirà nei progetti-stadio, sulla base di criteri che stiamo elaborando, completando la configurazione di un portafoglio di opportunità, per contribuire a far fare finalmente un salto di qualità agli stadi della Serie A e delle altre leghe. Patrimonio quasi totalmente pubblico, gestito dai privati, al quale riconosceremo lo status di “infrastrutture strategiche nazionali”. Stiamo anche definendo le funzioni e le prerogative di una struttura commissariale che semplifichi e renda omogeneo l’iter dei progetti, in sintonia con amministrazioni comunali e club. I tempi? Tra fine gennaio e inizio febbraio". 

Con quali club state parlando? "Parliamo con tutti. Alcuni sono più avanti, come a Firenze, Cagliari, Bologna, Parma ed Empoli. Ma c’è anche Milano, che si sta avviando verso una buona soluzione; Roma sta procedendo, il progetto dei giallorossi va avanti, la Lazio ha appena presentato un’idea progettuale sul Flaminio e sono previsti interventi sullo stadio Olimpico, di proprietà di Sport e Salute; mi auguro arrivi Napoli, con il club che punta sul nuovo stadio e il Comune che vorrebbe rinnovare il Maradona. E poi, Palermo, Genova, Bari e Verona. Dobbiamo passare, adesso, dal refrain ormai noioso del “si può fare” a un più gratificante e concreto “stiamo facendo”". 

Il decreto crescita ha tolto al calcio italiano preziosi vantaggi fiscali. Qualcosa può arrivare anche dalle scommesse? "Direi di sì, a partire dalla pubblicità. In linea di principio, bisogna comunicare efficacemente ciò che è legale, marcando il discrimine con ciò che non lo è. Io penso, nel rispetto di opinioni diverse, che vietare la pubblicità non aiuti, anche sul versante del contrasto alla piaga sociale della ludopatia. D’altro canto, il Governo userà tutti i mezzi per arginare l’economia criminale anche in questo settore, includendo la pirateria audiovisiva, tutelando l’economia legale, anche a beneficio dei club e, in generale, degli organizzatori degli eventi, ai quali ritengo giusto riconoscere un diritto per la scommessa, ovvero una percentuale dei ricavi. Nella Finanziaria questo provvedimento non c’è, ma è previsto un prelievo dal comparto ‘giochi, lotterie e scommesse’ per finanziare una misura che faciliterà la pratica sportiva alle famiglie con ISEE inferiore a 15 mila euro. Misura di grande valore sociale".