Bruno Pesaola
- Nazionalità:Argentina,Italia
- Età:98 (28 luglio 1925)
- Altezza:1.65 m
- Peso:74kg
- Piede:Sinistro
- Valore di mercato: mln
PROFILO
Tutto su Bruno Pesaola, storico attaccante e poi allenatore della SSC Napoli e della Nazionale italiana: biografia, carriera e scheda tecnica.
Bruno Pesaola, la biografia
Bruno Pesaola era nato il 28 luglio 1925 a Buenos Aires. Era figlio di un calzolaio marchigiano, Gaetano (che lasciò Montelupone, in provincia di Macerata, nei primi anni venti) e di Inocencia Lema, entrambi emigrati in Argentina. Orfano di padre da giovanissimo, arriva in Italia grazie all'interessamento di un parente italiano, con l'intento di rimanervi pochi anni. Era soprannominato petisso (piccoletto). Il figlio, Diego Roberto, è noto con il nome d'arte di Zap Mangusta. Terminata la carriera da allenatore si è stabilito a Napoli, nel quartiere Vomero, divenendo opinionista per diverse trasmissioni televisive locali e nazionali; a riprova del profondo legame con la città, il 20 novembre 2009 la giunta comunale partenopea gli ha conferito la cittadinanza onoraria. È morto il 29 maggio 2015, a 89 anni, all'ospedale "Fatebenefratelli" di Napoli per un collasso cardiocircolatorio.
Bruno Pesaola, la carriera
Giovanili ed esordi in Argentina
Iniziò la carriera calcistica nella squadra juniores del Dock Sud e passò a 14 anni alle giovanili del River Plate allenate da Renato Cesarini, giocando con le riserve insieme ad Alfredo Di Stefano. Gioca nell'Almagro e dal 1944 al 1946 nel Dock Sud, arrivando con quella società a giocare in prima squadra, all'epoca nel campionato cadetto argentino.
Roma
Pesaola si trasferì alla Roma nell'agosto 1947, facendosi apprezzare per la sua velocità in campo e l'aggressività. Concluse la prima stagione con 11 reti, tra cui una doppietta al Napoli (il 21 dicembre 1947, nella vittoria in trasferta della Roma per 2-1) ed una tripletta al Genoa (il 4 gennaio 1948 nella vittoria in trasferta per 4-2), mentre nella seconda annata segnò 8 volte. Anche a causa della frattura di tibia e perone, subita durante una partita contro il Palermo del 26 febbraio 1950 e provocata dall'avversario Gimona per reazione ad un presunto torto inflitto al compagno Gino Giaroli mentre l'azione di gioco era da tutt'altra parte, Pesaola fu costretto a fine stagione a lasciare Roma. Terminò la stagione colpito nuovamente da un grave infortunio: il 9 aprile 1950 contro l'Atalanta si ruppe il perone.
Novara
L'infortunio è così grave che pensa lui stesso di essere arrivato alla fine della carriera, passa quindi in prestito al Novara con cui disputa due stagioni giocando con Silvio Piola, che l'ha convinto a non tornare in Argentina. Debutta con i piemontesi nella gara contro il Torino del 5 novembre 1950 dove realizza il terzo gol del Novara nella vittoria interna per 3-2; disputa due stagioni in Serie A, segnando un gol alla Juventus, il 29 aprile 1951 nella vittoria interna per 3-1, prima vittoria dei novaresi contro i bianconeri dopo undici anni e (l'anno dopo) ottenendo con la squadra un ottavo posto nel campionato 1951/52, piazzamento mai più raggiunto o migliorato dai piemontesi a cui contribuisce segnando 8 reti.
Napoli
Non potendo rientrare alla Roma, nel frattempo retrocessa in Serie B, per regolamento si accasa quindi per 33 milioni (con 6 milioni d'ingaggio per lui) al Napoli, dietro suggerimento della moglie Ornella, che era stata eletta Miss Novara in quegli anni, divenendo uno dei giocatori simbolo della città partenopea, in cui soggiorna come calciatore per otto anni. Arriva in azzurro mettendosi in luce già nelle amichevoli internazionali estive. Sigla nel primo anno 7 reti, tra cui il primo dei tre gol con cui il 18 gennaio 1953 gli azzurri battono la Juventus (che alla fine della stagione si classificherà al secondo posto perdendo lo scudetto per due punti) in casa per 3-2 mentre i partenopei concludono la stagione quarti in classifica a sei punti dalla squadra campione d'Italia. Dopo una stagione 1953/54 in flessione, Napoli quinto alla fine del campionato a 13 punti di distanza dai campioni d'Italia e con il sesto miglior attacco ed un'altra stagione 1954/55 in ulteriore flessione (Napoli sesto a dieci punti dai campioni d'Italia con l'ottavo miglior attacco) nel 1955-1956 sorsero problemi tra la squadra e l'allenatore Monzeglio, dovuti alle carenze in difesa che annullavano gli effetti di un gioco della squadra spettacolare. In questi anni cambierà ruolo per la presenza di giovani e affermati campioni in squadra, pur mantenendosi importante negli equilibri di gioco degli azzurri, passando da ala a regista offensivo e all'occorrenza punta: realizzò una doppietta al Milan di Schiaffino e Buffon il 7 ottobre 1956, in trasferta a Milano. Nella stagione 1957/58 arriva il quarto posto finale, con la squadra che a fine campionato è il secondo miglior attacco della Serie A dopo la Juventus campione d'Italia. In questa stagione un suo gol all'Inter, del 5 gennaio 1958, in cui dopo aver rubato il pallone a Fongaro batté il portiere Matteucci, fu particolarmente apprezzato, fece parte della sigla alla Domenica Sportiva per vari anni. Successivamente il 2 febbraio 1958 la sua rete porta alla vittoria per 1-0 contro il Milan nella gara casalinga e a fine campionato è tra i protagonisti di una vittoria in casa contro la Juventus per 4-3 con la squadra che in quei giorni lottavano ancora per la conquista dello scudetto. Fu tra i protagonisti del successo casalingo del 6 dicembre 1959, nella gara che segnò l'inaugurazione dello Stadio San Paolo, quando i partenopei vinsero 2-1, pur giocando fuori ruolo per un incidente di gioco capitato al compagno di maglia Luis Vinicio. Fu capitano del Napoli dal 1953 al 1960, totalizzando 240 presenze e 27 gol.
Genoa e Scafatese
Nel 1960 lascia Napoli per passare per una stagione in Serie B con il Genoa. Aiuta la squadra ligure a salvarsi dalla retrocessione: gioca 20 gare segnando 5 reti, di cui due nella gara contro il Foggia, nel girone di ritorno; passa quindi alla Scafatese come giocatore-allenatore in Serie D.
La Nazionale
Esordì nella Nazionale B l'11 dicembre 1953 a Istanbul nella gara Italia B-Turchia 1-0, la prima di 6 partite con questa selezione. Ha disputato anche come oriundo una gara nella Nazionale maggiore, debuttando a Lisbona il 26 maggio 1957 in Portogallo-Italia (3-0).
Dopo il ritiro, la carriera da allenatore
La sua prima panchina è quella della Scafatese, in qualità di giocatore-allenatore, nel campionato 1961-1962 in Serie D. Il 31 gennaio 1962, con il Napoli che rischia di retrocedere dalla Serie B, subentra a Fioravante Baldi dando al Napoli la promozione in Serie A e la prima Coppa Italia, nonché primo trofeo vinto dai partenopei nella loro storia, consentendo ad una squadra militante in Serie B di vincere il trofeo per la prima volta. L'anno successivo si vide affiancare sulla panchina del Napoli da Eraldo Monzeglio, questa volta come DT per la mancanza dell'abilitazione necessaria a Pesaola; la coabitazione non fu comunque positiva per divergenze di idee che non riuscirono ad appianare. Lascia quindi Napoli e rimane quindi parzialmente inattivo nella stagione 1963-1964: in quell'annata scende infatti tra i dilettanti per allenare brevemente il Savoia: lasciò la squadra dopo quattro mesi, impegnata negli spareggi promozione. Torna quindi ad allenare i partenopei e nella stagione 1964-1965 riporta la squadra in Serie A. Conquista inoltre il primo trofeo internazionale del Napoli: la Coppa delle Alpi nel 1966. Porta gli azzurri al secondo posto nel 1968, risultato mai raggiunto prima dalla squadra campana. L'anno successivo, tuttavia Pesaola lascia il club azzurro. Passa quindi alla Fiorentina, pur rimanendo legato emotivamente alla società partenopea, conquistando uno scudetto alla guida della Fiorentina nel 1968/69, nel girone di ritorno la viola superò il Lanerossi Vicenza e andò in testa: da quel momento i gigliati non persero un colpo, riuscendo a tenere distanziate Cagliari e Milan. L'11 maggio, espugnando il campo della Juventus a Torino per 2-0, la Fiorentina si laureò per la seconda volta nella sua storia campione d'Italia, grazie anche ad una difesa che concesse pochi gol; come nel campionato 1955/56 (18, seconda migliore difesa di quella stagione), i viola persero una sola partita, quella contro il Bologna, registrando un'inedita imbattibilità in trasferta. Da campione d'Italia, Pesaola riportò la Fiorentina in Coppa Campioni dopo essere stata, nel 1957, il primo club italiano a disputare una finale. Portò la squadra in finale della Coppa delle Alpi, persa contro il Basilea, ai quarti di finale di Coppa Italia e Coppa dei Campioni. Venne esonerato alla terza stagione, dopo una stagione tribolata per una serie di infortuni che portarono i toscani nella parte bassa della classifica. Come allenatore viola, nel 1970 gli fu assegnato il premio Seminatore d'Oro. Nel 1972 passa al Bologna, vincendo la Coppa Italia 1973/74. Resta in rossoblù fino al 1976. Nell'estate di quell'anno torna al Napoli vincendo la Coppa di Lega Italo-Inglese, ottenuta grazie ad una vittoria in rimonta sul Southampton detentore della FA Cup, con il Napoli continuerà ad avanzare in Coppa delle Coppe giungendo sino alle semifinali contro l'Anderlecht dove, dopo aver vinto la gara d'andata per 1-0, subirà al ritorno una sconfitta per 2-0 che gli precluderà l'accesso in finale. La stagione si conclude con la squadra a metà classifica e Pesaola lascia il club azzurro. A cavallo degli anni settanta e ottanta, dapprima è di nuovo a Bologna dal 1977 al 1979, allena poi per una stagione gli ellenici del Panathinaikos con cui sfiora la conquista del titolo greco, e torna infine in Italia accasandosi al Siracusa nel 1980/81 in Serie C1. Nel 1982/83 l'ultimo ritorno al Napoli, che vide la squadra salvarsi in maniera stentata dopo l'esonero di Giacomini in favore di Pesaola con al fianco Gennaro Rambone, puntando su una squadra votata alla difesa del risultato. Chiude la carriera al Campania Ponticelli, nel campionato di Serie C1 1984-1985.
Trofei da allenatore
ULTIME NOTIZIE E VIDEO
CARRIERA CLUB
Stagione | Squadra |
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1944-1946 | Dock Sud | SD | 84 | 26 | 84 | 26 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
1947/48 | Roma | A | 38 | 11 | 38 | 11 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
1948/49 | Roma | A | 35 | 8 | 35 | 8 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
1949/50 | Roma | A | 17 | 1 | 17 | 1 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
1950/51 | Novara | A | 29 | 7 | 29 | 7 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
1951/52 | Novara | A | 34 | 8 | 34 | 8 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
1952/53 | Napoli | A | 34 | 7 | 34 | 7 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
1953/54 | Napoli | A | 34 | 3 | 34 | 3 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
1954/55 | Napoli | A | 27 | 1 | 27 | 1 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
1955/56 | Napoli | A | 33 | 2 | 33 | 2 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
1956/57 | Napoli | A | 34 | 5 | 34 | 5 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
1957/58 | Napoli | A | 26 | 9 | CI | 6 | 0 | 32 | 9 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||
1958/59 | Napoli | A | 26 | 1 | CI | 2 | 0 | 28 | 1 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||
1959/60 | Napoli | A | 25 | 0 | CI | 3 | 0 | 28 | 0 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||
1960/61 | Genoa | B | 20 | 6 | CI | 1 | 1 | 21 | 7 |