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(Getty Images)
Sognare è lecito, ma quotidianamente quanti desideri si realizzano in tutta l'esistenza? Eppure, i sogni, sono sempre lì: basta alzare lo sguardo e fissare attentamente il cielo. Essi sono come stelle, folgoranti, splendenti, corpi celesti impressi nelle infinite costellazioni. "Per aspera ad astra": recita così un antico proverbio latino. Un aforisma basato sulla veridicità, poiché soltanto "attraverso le asperità si giunge sino alle stelle", a partire da quel momento è consentito sognare. Ed è proprio con l'approdo di Luciano Spalletti sulla panchina che il Napoli ha cominciato a vagheggiare dei successi inverosimili agli occhi del popolo napoletano.
In programma giovedì è fissato il match di Europa League del Napoli con il Leicester, la gelida trasferta al Leicester City Stadium nasconde delle temibili insidie. Quell'impianto è stato, però, teatro di un'impresa leggendaria nel 2016, su quel rettangolo verde si sono concretizzati i sogni di un'intera tifoseria, su quel manto erboso le Foxes si sono laureati campioni d'Inghilterra. E allora perché non dovrebbe essere lecito cominciare a fantasticare proprio in terra inglese il successo della competizione europea?
Certamente la storia recente dei partenopei in Europa non è stata contraddistinta da numerosi successi. L'arrivo di Spalletti sulla panchina azzurra, però, può stravolgere lo scenario e consentire al Napoli di salire sul trampolino di lancio, offrendo gloria e notorietà al club. È pleonastico celare la verità: gli azzurri sono tra le squadre favorite della competizione ed hanno il dovere di raggiungere il tetto dell'Europa per poi spiccare il volo verso l'Olimpo del Calcio.
Sin dal preludio in terra europea, l'iter del Napoli, tuttavia, non è mai stato ammirevole ed encomiabile; al debutto in Coppa Uefa, antica denominazione dell'Europa League, durante l'edizione 2008/09, il percorso della formazione azzurra si interruppe al primo turno della competizione. Delusioni ed amarezze si sono spesso propagate in casa azzurra, soprattutto in seguito a cocenti sconfitte. Prima la struggente eliminazione ai sedicesimi del torneo per mano dei cechi del Viktoria Plzen sotto la gestione Mazzari, dopo aver raggiunto l'anno precedente gli ottavi di Champions; poi l'illusione del trionfo finale, svanita nell'oscurità dell'oblio, in seguito al pareggio beffardo con il Dnipro in semifinale.
Dalle due dolorose disfatte ai sedicesimi di Europa League, patite durante l'era Sarri, alle deludenti prestazioni offerte la scorsa annata e sfornate contro il Granada, quando sulla panchina sedeva Gattuso, passando attraverso l'impresa sfumata in semifinale da Carletto Ancelotti con l'Arsenal. Insomma, il cammino del Napoli in questa competizione è stato piuttosto tortuoso, i risultati auspicati sono stati sconfortanti. Lo scenario, però, pare essere mutato: Spalletti ha le qualità atte ad interpretare il ruolo di direttore d'orchestra, il tecnico toscano è pronto ad eseguire una melodia soave, capace di rapire e di soggiogare la passione viscerale della tifoseria azzurra.
L'allenatore del club campano considera questa competizione un obiettivo all'altezza di questa squadra: rispetto, riserbo e voluttà saranno le armi pertinenti a scalare la vetta dell'Europa e sbandierare lo stendardo a tinte azzurre. Il Napoli ha un sogno, i tifosi partenopei hanno riposto fede e speranza in Spalletti, il nuovo tecnico della squadra, atto a scortare l'imbarcazione napoletana oltre i confini europei.
A cura di Edoardo Riccio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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