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Diego Maradona Peter Shilton 'Mano de Dios' (Photo by Allsport/Getty Images)
Jorge Valdano, ex calciatore e dirigente, ha rilasciato un'intervista al quotidiano tedesco Spiegel, soffermandosi sul rapporto con Diego Armando Maradona.
"Ho scoperto dai giornali che Maradona esisteva, probabilmente da El Grafico, non ricordo l’anno, un po’ di tempo prima dei Mondiali del 1978 quando giocavo al Newell’s. Ho letto di Maradona prima di vederlo di persona. Ma è quello che è successo a molti, per i quali era un evento ancor prima di vederlo giocare. E per quanto mi riguarda, ho capito fino in fondo chi fosse nel momento in cui l’ho visto per la prima volta con la palla. Mentre mi allenavo con la Nazionale, qualche anno prima della Coppa del Mondo del 1982, quando la squadra fu messa insieme per il torneo. È stato allora che l’ho conosciuto, personalmente e come giocatore. Non avevo visto niente di simile prima. Un’altra dimensione. Aveva tutto. Lo spogliatoio era il suo mondo. Se c’era una cosa che non aveva mai perso, era il rispetto per gli altri giocatori. Per Diego il gruppo è sempre stato la cosa più importante. Penso che si sia sempre sentito protetto lì, e lo ha dimostrato dentro e fuori dal campo. Siamo sempre andati d'accordo. La nostra relazione era basata sul rispetto".
“La 'mano de Dios', Maradona non l’ha improvvisata. Non era la prima volta che faceva gol in quel modo. Ci aveva lavorato in allenamento. Quando provavamo gli angoli in allenamento, lui colpiva, la palla era in porta, qualcuno rideva e chiedeva: “Che è successo?”. E altri dicevano: “Non l’hai visto? L’ha messo con la mano!”. Non mi ha sorpreso che abbia segnato in questo modo contro l’Inghilterra, era una scelta mirata".
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