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2022 ed è subito Uefa contro Fifa: il punto su Mondiale biennale e Superlega

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Le ultime su Fifa e Uefa

Leonardo Litterio

Il 2022 è iniziato da soli due giorni ed è già guerra tra Uefa e Fifa. I due colossi del calcio mondiale ed europeo si scontreranno su diverse questioni che non hanno trovato sfogo nel 2021.

2022 ed è subito Uefa contro Fifa: il punto sul Mondiale Biennale e sulla Superlega

superlega ceferin

Di seguito il focus scritto da "La Gazzetta dello Sport" su tutte le questioni da risolvere nei prossimi mesi:

Gianni Infantino, presidente Fifa, ha individuato il prossimo obiettivo: il Mondiale da giocare ogni due anni. Il progetto era pronto: approvazione il 20 dicembre in un Congresso straordinario, poi via dal 2024. Qualificazioni raggruppate in un paio di mesi all’anno, se possibile anche Europeo, Copa America e altri tornei continentali biennali, più ricavi. Non si aspettava l’opposizione così decisa di Uefa e Sudamerica, preoccupate che un Mondiale così frequente sottragga fondi e importanza ai loro tornei, oltre a essere di difficile collocazione, intasare il calendario, stravolgere le qualificazioni e far perdere sacralità a una manifestazione totem attesa perché rara. Tempi lunghi.

La Fifa punta al “sì” al Congresso di fine marzo. La situazione è chiara: i “no” contano 65 voti, ma i “sì” potrebbero essere oltre 140, sufficienti per l’approvazione. Ma a che prezzo? Gli altri “contro” (Stati, Ue, Cio, federazioni, Leghe, Eca) non votano. Uefa e Sudamerica giurano che non parteciperanno e si sono alleate per farsi il loro Mondiale (la Nations League internazionale dal 2024) e la loro Intercontinentale (la Finalissima tra campioni continentali che debutta il 1° giugno con Italia-Argentina). Stanno anche pensando di rilanciare il Mondiale per club che d’improvviso la Fifa pare aver cancellato dalla sua agenda.

L'incubo Superlega

Superlega

Se lo scisma Fifa-Uefa al momento è soltanto un ipotetico (e drammatico) scenario, quello tra Uefa e grandi club stava per consumarsi la notte tra il 18 e il 19 aprile: dodici club, guidati da Real Madrid, Juve e Barcellona, proclamarono a sorpresa la Superlega che nelle loro intenzioni doveva affiancarsi alla Champions. Naturalmente non esiste affiancamento di sorta: se esistesse una Superlega, al massimo ci sarebbe spazio per un’Europa League da operetta, al confronto di un torneo privato con le 20 migliori d’Europa, organizzato in due gironi all’italiana e poi eliminazione diretta. Piccolo problema: in Europa un torneo “chiuso” non è ammesso. Diversamente dal sistema americano, servono promozioni e retrocessioni.

Dopo il famoso annuncio shock, 9 fondatori su 12 hanno lasciato, ma Florentino, Agnelli e Laporta hanno continuato la battaglia fino alla Corte di Giustizia Ue. Il caso è in discussione, la sentenza attesa entro fine 2022/inizio 2023. La Corte deve rispondere al quesito se l’Uefa è un monopolio che viola i principi di libera concorrenza. Si sono schierati tutti con Nyon: federazioni, Leghe, Eca, giocatori, Commissione Ue, Stati.

Se nascesse una Superlega da oltre 20 partite all’anno, anche i campionati sarebbero degradati. Aleksander Ceferin, presidente Uefa, è fiducioso anche perché non avrebbe senso una Superlega senza Bayern e Psg (contrari) e le inglesi (il governo negherebbe il permesso di lavoro agli stranieri dei club partecipanti). Sarebbe un calcio solo di ricchi, una rivoluzione totale. Altro che Bosman.