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Dal 1 giugno la UEFA attiverà la rivoluzionaria “sostenibilità finanziaria” – GdS

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Si prepara una rivoluzione

Enrico Esposito

La UEFA ha tentato per diverso tempo di stabilire un equilibrio dei bilanci delle squadre europee attraverso il sistema attuale di fair play finanziario. Purtroppo i presupposti non sono stati rispettati e per questa ragione una nuova rivoluzione si appresta a nascere.

La UEFA avvia la "sostenibilità finanziaria"

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Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport dal 1 giugno la UEFA avvierà degli importanti cambiamenti per quanto concerne l'economia delle squadre europee. Il fair play finanziario finirà infatti in soffitta a favore della "sostenibilità finanziaria", una serie di misure molto più stringenti rispetto a quelle attuali. La riforma entrerà in vigore dal 1 giugno di quest'anno e sarà effettiva completamente nel 2025. Ecco quali sono i punti dello statuto che la Rosea anticipa prima della riunione del 7 aprile che sancirà l'approvazione definitiva:

"Il primo punto del nuovo sistema è la solvibilità. Tradotto: il pagamento puntuale dei debiti. In passato c’era tolleranza, tre controlli all’anno e tempi lunghi per i pagamenti. Si cambia. Quattro controlli all’anno: uno federale (a marzo), tre Uefa (giugno, settembre e dicembre). Ma la novità è che ci sono soltanto 90 giorni per estinguere un debito scaduto. Se al controllo di settembre la somma non è pagata, due opzioni: o il club debitore provvede a dicembre oppure scattano le sanzioni che saranno ancora più rigide. Un giocatore comprato, e non pagato, vale l’esclusione dal torneo".

Obiettivo stabilità finanziaria

"Punto due: la stabilità finanziaria. Questa regola si applica a tutti i club con salari totali superiori a 5 milioni di euro. È la regola del pareggio del bilancio, però rivisitata: prima importava il conto economico (il deficit), ora si aggiunge lo stato patrimoniale (il patrimonio netto). Con il vecchio fair play era ammesso un deficit di 30 milioni in tre anni, coperto con aumento di capitale o donazione. Non si teneva conto delle “spese virtuose” (giovani, donne, stadi), dedotte interamente senza bisogno di copertura. Ora il deficit raddoppia: nel triennio sono ammessi 60 milioni. Bene? Sì, ma deficit e spese virtuose devono essere interamente coperte. Non è finita: se il patrimonio netto è negativo, questo dovrà migliorare del 10% annuo".

Il funzionamento del controllo dei costi

"Terzo punto: il controllo dei costi. Prima lo slogan era: spendi quanto incassi. Adesso: spendi una percentuale di quanto ricavi. Vietato dall’Ue il salary cap, l’Uefa ha scelto una specie di “salary cap globale”, cioè il costo totale della rosa (la somma di stipendi, commissioni agenti e spese di mercato per giocatori e allenatori). Il numero magico è 70. Quali che siano le tre voci, il totale non può superare il 70% dei ricavi. Ma la cosa più importante è il controllo in tempo reale, nell’anno solare. Prima, invece, sforavi e solo dopo un anno si guardava il bilancio".

Le sanzioni previste

"Chi sgarra, paga. In passato c’erano i panel, il settlement e i voluntary, con discrezionalità e polemiche. Oggi c’è una griglia di sanzioni predefinite. Un club sa già cosa pagherà. Si parte con le punizioni finanziarie. La multa sarà progressiva, in relazione a violazione e recidiva, dal 10% al 100% dello sforamento. E sarà più alta che in passato quando al massimo azzerava i premi Uefa. Se la multa non basta, sanzioni sportive: rosa ridotta; divieto di impiego dei nuovi acquisti; penalizzazione punti; esclusione".

La mancanza di scappatoie

"Le società saranno quindi valutate su diversi parametri: il deficit e il debito (solvibilità) e le spese (controllo costi). 1) Se le spese superano il 70% dei ricavi, è molto probabile che queste maggiori spese risultino in un disequilibrio economico e una diminuzione del patrimonio. Ora mettiamo che un emiro, potendo prosciugare un pozzo di petrolio, voglia spendere senza limiti e rifinanziare. Non può. Con il limite massimo di 60 milioni delle perdite e il limite del 70% della spesa, avrebbe subito sanzioni finanziarie e sportive come da griglia. 2) Se le spese invece non superano il 70% dei ricavi, ma il debito aumenta, in questo caso si ricorre al settlement agreement come era in passato".

La situazione delle italiane

"La “sostenibilità finanziaria” entra in vigore il 1° giugno per gradi. Riguardo alle spese: nel 2023 sarà ammesso il 90% dei ricavi, nel 2024 l’80% e solo nel 2025 il 70%. Il primo bilancio triennale riguarderà il 2022-2025. In pratica è il 2025 l’anno zero. Tre anni per riequilibrare i conti, ridurre le perdite e ricapitalizzare. In Italia, dove i costi del mercato sono cresciuti più che in tutta Europa, Premier esclusa, avremo problemi. Lasciate ogni speranza o voi che vi indebitate".