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ROMA - Kieff giocava in porta, Vogts e Klinkhammer erano i terzini, Wittkamp e Surau sgomitavano con i centravanti. Bonhof incantava nel ruolo di mezzala con i suoi tiri da fuori area, Wimmer faceva il pony-express davanti alla difesa e organizzava la manovra, Danner era l’uomo degli equilibri. In attacco, sulla fascia destra, dominava la scena Simonsen, un’ala dal talento infinito che viaggiava con il turbo, l’unico danese ad aver ricevuto il Pallone d’Oro. Henyckes si prendeva a sportellate con gli stopper e trovava quasi sempre spazio nel tabellino dei marcatori. Jensen, olandese, sgobbava anche in fase di copertura. Era il 1975, era il Borussia Mönchengladbach del primo trionfo in Coppa Uefa, in panchina c’era Hennes Weisweiler, che in estate avrebbe poi lasciato il posto a Udo Lattek, altro santone del calcio tedesco. Non c’era già più, invece, Günter Netzer, ceduto nel 1973 al Real Madrid, un numero dieci che sapeva regalare magie ma che non smetteva mai di correre e che portava i calzettoni arrotolati intorno alle caviglie. nell’epoca in cui non esistevano i parastinchi.
LA PARTITA DELLA LATTINA - Quella formazione è ancora nel cuore dei suoi tifosi. Il Borussia Mönchengladbach, negli Anni Settanta, faceva scuola. Aveva profili del calibro di Netzer, Bonhof, Heynckes, Vogts. Cinque titoli in Germania tra il 1970 e il 1977, due Coppe Uefa (1975 e 1979), una Coppa dei Campioni persa nel 1977 contro il Liverpool, altre due finali di Coppa Uefa andate in fumo nel 1973 e nel 1980. Il Borussia Mönchengladbach è rimasto nei ricordi degli italiani e soprattutto degli interisti anche per la famosa partita della lattina di Coca-Cola: 20 ottobre 1971, Boninsegna stordito, a terra, colpito alla nuca, tensioni e polemiche.
DA PLEA A CUISANCE - E adesso? E’ un Borussia che ha ritrovato una stabilità dal 2008, quando è ritornato in Bundesliga. Non vince il campionato dal 1977. E’ allenato da Dieter Hecking e ha chiuso al nono posto l’ultimo torneo. Nelle ulltime ore ha speso ventitré milioni per prendere il francese Alassane Plea, venticinque anni, sedici gol e sei assist nel Nizza vicino a Mario Balotelli. E’ l’acquisto più oneroso nella storia del club, che ha individuato anche un centrocampista di buone prospettive come Michaël Cuisance, diciotto anni, connazionale di Plea, promosso titolare da Hecking nella scorsa stagione: ventiquattro presenze, applausi, due assist, un metro e 81, mancino, un contratto prolungato alla metà di giugno fino al 2023. Visione di gioco, lancio, logica, sostanza, personalità: adesso progetta il campionato del definitivo salto di qualità. E’ nato a Strasburgo il 16 agosto del 1999, è stato scoperto nel vivaio del Nancy, è costato nel 2017 quasi 250.000 euro e si è distinto con la maglia della nazionale francese Under 19 di Bernard Diomede. Corriere dello Sport.
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