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Ceferin: “Superlega? Dopo la pandemia, hanno fatto un tentativo con la guerra”

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Ai microfoni di Business of Football Summit, Alexander Ceferin ha parlato di diverse tematiche, affrontando anche il discorso della Superlega, tema nuovamente emerso negli ultimi giorni

Edoardo Riccio

Quest'oggi, ai microfoni di Business of Football Summit, Alexander Ceferin, presidente della UEFA, ha rilasciato alcune parole circa alcune tematiche, tra cui la Superlega.

Ceferin: "Stufo della Superlega, è un progetto senza logica"

Superlega

Di seguito le dichiarazioni del patron sloveno:

"Il mondo del calcio ha superato il momento critico dovuto alla pandemia di Covid-19 che ha colpito tutto il mondo, senza tifosi e con il progetto della Superlega che è comparso anche se privo di alcuni appiglio legale.

In più ci siamo trovati a discutere della possibilità di avere ogni due anni la Coppa del Mondo e, adesso, la terribile situazione che si sta vivendo in Ucraina. Tutto questo esula dal mondo del calcio, ma siamo forti e sapremo adattarci.

Parlare di questo non è parlare di calcio, perché non si tratta di un progetto calcistico. Non aveva nessuna logica che un'idea simile emergesse nel corso di una pandemia mondiale. La UEFA ha cercato di aiutare, in quel particolare contesto, sia i giocatori che i club. Il nostro compito è aiutarli. Noi siamo per il calcio e i suoi tifosi.

Per questo abbiamo detto no alla Superlega e a qualsiasi altra competizione fuori dalle regole del mondo del calcio. Chi ha creato quel progetto ha prima usato la pandemia così come adesso usa la guerraI club sono liberi di creare un proprio torneo, ma non si devono aspettare di competere contemporaneamente in quelli della UEFA.

Sono stanco di questa situazione. Possono pagare chi vogliono per dire che è un buon progetto, ma è comunque un'idea senza senso. Uno dei manager che ha creato il progetto mi ha chiamato per scusarsi".

Sull'influenza della guerra tra Russia ed Ucraina nel mondo del calcio 

"Non sappiamo cosa stia succedendo in questo momento perché la situazione cambia ogni ora. Molti allenatori e calciatori hanno chiesto aiuto per lasciare l'Ucraina e abbiamo fatto il possibile, analizzando cosa stesse succedendo e prendendo decisioni adeguate. Noi stessi ci siamo messi a disposizione dei dirigenti della Federazione ucraina.

La famiglia del calcio è unita e lo ha dimostrato ancora una volta, dando il proprio contributo, ma non sappiamo cosa potrà accadere nei prossimi giorni. E questo è ciò che ci dovrebbe preoccupare maggiormente. Speriamo che la pace torni presto, con il calcio che come sempre reciterà un ruolo fondamentale".

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