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ESCLUSIVA – Zoff: “Maradona artista vero, ma non provai a portarlo alla Juve. Meret ha bisogno di giocare e fare esperienza”

Giuseppe Canetti

Dino Zoff è una leggenda vivente del calcio. Nel corso della carriera di giocatore ha indossato le maglie di Udinese, Mantova, Napoli e Juventus. In bianconero ha anche iniziato il suo percorso di allenatore, prima di guidare la Lazio, la...

Dino Zoff è una leggenda vivente del calcio. Nel corso della carriera di giocatore ha indossato le maglie di Udinese, Mantova, Napoli e Juventus. In bianconero ha anche iniziato il suo percorso di allenatore, prima di guidare la Lazio, la Fiorentina e la Nazionale italiana. Sia da calciatore che da tecnico ha ottenuto grandissimi risultati e per lungo tempo ha detenuto svariati primati. Tanto da essere soprannominato "L'uomo dei record". Nel 1982 si è laureato Campione del Mondo all'età di 40 anni, diventando il primo italiano ad aver vinto sia gli Europei che i Mondiali.

Zoff è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per parlare delle principali vicende del Napoli e del calcio italiano, soffermandosi sulla situazione di Meret e sulla Nazionale azzurra che si appresta a disputare gli Europei. Di seguito l'intervista.

L'intervista a Dino Zoff

Foto by Getty

Come sta vivendo questo periodo difficile?

"Eh insomma, un po' come tutti. Speriamo che passi presto!".

Si è già vaccinato?

"Non ancora, il mio turno verrà a breve".

Su Diego Armando Maradona. Si dice che lei e Gianni Agnelli provaste a prenderlo..

"Quando c'ero io alla Juve non venne fatto alcun tentativo per ingaggiare Diego, anche se Agnelli è sempre stato un suo estimatore e mi chiedeva di lui. Maradona era un fenomeno del calcio, un artista vero. Si può dire che sia stato il più grande di tutti i tempi".

Il trionfo al Mondiale del 1982 e la sconfitta in finale contro la Francia agli Europei del 2000: due esperienze ai poli opposti...

"Sono due situazioni morali completamente diverse e sono le classiche esperienze di chi fa sport: si va dal trionfo alla sconfitta. La vittoria del Mondiale è arrivata a quarant'anni, e con la fascia di capitano. Quando vinci la competizione più importante del calcio si prova tantissima felicità. Per quanto riguarda gli Europei del 2000, quando arrivi in finale non è tanto una sconfitta. Diciamo che si è trattato di una vittoria non concretizzata".

"L'Italia ha tutte le carte in regola per fare bene agli Europei"

La Nazionale di Roberto Mancini sta facendo molto bene. Cosa si aspetta prossimamente?

"La Nazionale si qualificherà sicuramente ai prossimi Mondiali. La squadra di Mancini ha anche tutte le carte in regola per fare bene agli Europei. In questi ultimi tempi ha ottenuto veramente dei risultati straordinari. Quindi credo che sia una Selezione che promette bene in vista delle prossime competizioni".

Dalla Nazionale ai club: che pensa dei risultati deludenti delle squadre italiane in Europa?

"Effettivamente quest'anno ci è rimasta solo la Roma. Le squadre nostrane stanno avendo un po' di difficoltà nelle competizioni internazionali. Secondo me questo avviene per un motivo molto semplice: in Italia si tende a spezzettare troppo il gioco, fischiando tante punizioni. In campo internazionale ciò non avviene. Il calcio è uno sport di contatto, non si può penalizzare ogni scontro".

Sulla costruzione dal basso (che tanto mette in difficoltà i portieri)?

"Chi è capace può anche farla. Ma se nella maggior parte dei casi le cose vanno a finire male, magari sarebbe opportuno fare cose diverse".

"Napoli, Meret ha bisogno di giocare"

Cosa consiglierebbe a Meret?

"Meret è giovane ed avrebbe bisogno di giocare con continuità per accumulare esperienza. Di conseguenza a breve dovranno essere tratte delle conclusioni sia dal portiere che dal Napoli".

Sulla situazione in casa Napoli e sul rush finale di Campionato

"Il Napoli si sta giocando la possibilità di entrare in Champions nonostante abbia avuto diversi infortuni, soprattutto in attacco con Osimhen e Mertens. Qualche problema c'è stato, ora si vedrà come andrà a finire. Io spero che il Napoli vada bene perché ho un gran ricordo della mia esperienza in maglia azzurra".

a cura di Giuseppe Canetti

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