Nella giornata inaugurale della settimana che porta a Napoli-Juventus, gli azzurri cadono in amichevole contro il Benevento. Mentre il silenzio sul (mancato) rinnovo di Lorenzo Insigne continua a fare sempre più rumore. Intanto, l'era De Laurentiis ha appena compiuto diciassette anni ed è tempo di bilanci. Di questo e di tanto altro ne abbiamo parlato in esclusiva con Gennaro Iezzo, ex portiere partenopeo tra il 2005 e il 2011 ed ora allenatore. Di seguito l'intervista.
L'intervista
ESCLUSIVA Iezzo: “Insigne? Il Napoli rischia di perderlo a gennaio. Vi dico la mia su Marfella”
L'ex portiere azzurro è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per parlare delle principali vicende di casa partenopea
Le parole di Gennaro Iezzo sul Napoli
Come sta? Come procede la vita da mister?
"Bene grazie, mi sto divertendo con i ragazzi della scuola calcio nel frattempo che arrivi qualche chiamata per allenare una squadra".
Ieri l’era De Laurentiis ha compiuto 17 anni. Facciamo un bilancio
"Il bilancio è positivo, i numeri parlano chiaro. Diciassette anni fa la società era in una situazione paradossale. Grazie all'intuito di questo imprenditore (ADL, ndr) e di Pier Paolo Marino, il Napoli è risalito dalla Serie C all'Europa che conta, diventando uno dei club italiani più forti".
Questo club può fare di più di quello che già ha fatto?
"Quando si arriva ad alti livelli, partendo dal basso, è normale che la piazza vorrebbe che questo percorso si consacrasse con un grande successo. Al di là della Coppa Italia e della Supercoppa, lo Scudetto è quello che più vuole il Napoli e soprattutto la gente di Napoli. Però si deve anche dire che questo è un obiettivo non facile da raggiungere per una società che si autofinanzia. Gli introiti sono limitati e si compete contro squadre che hanno una potenza economica maggiore. Bisognerebbe tener conto anche di questo quando si parla di ambizioni. Il Napoli ci è andato vicino in questi anni allo Scudetto, uno in particolare gli è stato 'rubato'".
Nella giornata inaugurale della settimana che porta a Napoli-Juventus, è arrivata la sconfitta contro il Benevento. Che analisi fa dell’1-5 di ieri sera?
"Queste sono partite che lasciano il tempo che trovano, vengono organizzate per allenarsi. Non farei drammi per la sconfitta. Uno spunto di riflessione, piuttosto, è che il Napoli continua ad esprimere il miglior calcio solo quando ci sono in campo determinati giocatori, ieri questi non c'erano. La differenza con altre squadre che hanno una rosa più ampia e importante, probabilmente, sta tutta qui".
Visti i gol presi da Marfella, aveva ragione chi era preoccupato di una possibile assenza di Ospina tra i pali?
"Non mi sento di buttare la croce addosso a Marfella. Puntando il dito contro di lui si andrebbero a creare alibi per terzi. Marfella è un portiere che purtroppo ha poca esperienza. Nulla togliendo al ragazzo, che speriamo diventerà un giocatore importante, io penso che un club ha bisogno di avere tre portieri di alto livello. Nell'immediato, quando vuoi vincere, servono tre profili pronti. Il Napoli li ha sempre avuti tra i pali, quest'anno no".
"Non si può portare a scadenza Lorenzo Insigne"
Crede che la situazione di Lorenzo Insigne si evolverà prima o poi? O il rapporto tra il capitano azzurro e il Napoli andrà consumandosi nel silenzio più totale?
"Io penso che non si può portare in scadenza un giocatore come Lorenzo Insigne. È stato fatto in passato con Maksimovic e Hysaj, e sappiamo come è andata a finire. Quando si arriva a fine stagione in una situazione del genere vuol dire che si vuole perdere il giocatore. Il Napoli avrebbe dovuto mettere sulla scrivania un contratto bello e pronto per fugare ogni dubbio. Io credo che se si arriverà a gennaio ancora in questa situazione purtroppo Lorenzo Insigne non sarà più un giocatore del Napoli il prossimo anno. È la legge del mercato, è la legge del calcio".
Lei è un esempio di coloro che hanno fatto una scelta di cuore, scendendo alla Serie A alla Serie C. Insigne non dovrebbe fare un passo verso il Napoli?
"Parliamo di due situazioni diverse, io sono arrivato a Napoli a 31 anni per realizzare il mio sogno di vestire la maglia azzurra. Insigne, invece, nel Napoli ci è cresciuto ed oggi ne è il capitano. È diventato il calciatore più forte d'Italia ed è reduce dalla vittoria agli Europei. È normale che si aspetti dalla società un riconoscimento a livello economico. Magari lui guarda anche nello spogliatoio chi guadagna soldi importanti e non vuole sentirsi da meno. Poi ci può stare anche il fattore cuore, che va al di là dei contratti, ma non voglio giudicare Lorenzo da questo punto di vista. Il giocatore, intanto, vorrebbe restare all'ombra del Vesuvio. Io penso che la società debba fare un passo verso di lui. Trovare un accordo non è impossibile. Se il Napoli perdesse Insigne si ritroverebbe senza il giocatore più importante, anche a livello di personalità. Un giocatore difficilmente rimpiazzabile viste le dinamiche del mercato di oggi. A questo punto io mi terrei Insigne, che è pure amato dalla piazza".
Due vittorie su due partite. Successi sofferti, ma portati a casa. Si vede già la mano di Spalletti?
"Col Venezia il Napoli ha avuto problemi a causa dell'espulsione di Osimhen. E anche nella partita successiva certe assenze, quella di Zielinski in particolare, hanno pesato. È ovvio che gli azzurri non hanno potuto esprimere il loro miglior calcio. I sei punti conquistati fanno capire che questa squadra ha avuto carattere. L'allenatore ci sta mettendo del suo per trasmettere ai giocatori la sua grande esperienza".
Su Napoli-Juve?
"Le assenze di Osimhen e di Zielinski sicuramente peseranno molto, però sono fiducioso nel lavoro che sta facendo Spalletti. Inoltre, ricordiamo che la Juve vista nelle prime due partite non è quella squadra che mette paura come me negli anni scorsi. Diciamo che è una sfida che può finire con qualsiasi risultato".
A cura di Giuseppe Canetti
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