Antonio Floro Flores è un figlio di Napoli, che ha vestito la casacca azzurra tra il 2000 e il 2004. Durante la sua lunga carriera ha militato anche tra le fila di Sampdoria, Perugia, Arezzo, Udinese, Genoa, Granada, Sassuolo, Chievo, Bari e Casertana. Una volta appesi gli scarpini al chiodo ha intrapreso la carriera di allenatore, ed ora guida le giovanili della Paganese.
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ESCLUSIVA – Floro Flores: “Il Napoli investa su Insigne e sul vivaio. Non avrei ceduto Milik per prendere Osimhen. VAR? Non si è ancora capito come funziona”
Antonio Floro Flores è un figlio di Napoli, che ha vestito la casacca azzurra tra il 2000 e il 2004. Durante la sua lunga carriera ha militato anche tra le fila di Sampdoria, Perugia, Arezzo, Udinese, Genoa, Granada, Sassuolo, Chievo, Bari e...
Floro Flores è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per parlare delle principali vicende di casa partenopea. Di seguito le sue parole.
L'intervista ad Antonio Floro Flores
Come sta? Le manca il campo?
"Chi è stato calciatore sentirà sempre la mancanza del campo. Però, ormai, sono finiti quei tempi. Ora sono alla ricerca di altro".
Che tipo di obiettivi persegue?
"A me piacerebbe allenare. Ho iniziato questo tipo di percorso alla Paganese e vorrei riuscire a fare, da allenatore, quello che ho fatto da calciatore".
Ci racconti la sua esperienza al Napoli
"Ero un giovane ambizioso in un Napoli molto difficile. In ogni caso, come esperienza calcistica mi è stata molto utile: quando hai tante responsabilità cresci prima, sia come giocatore che come uomo".
Qualche anno dopo, se fosse arrivata la 'fatidica' chiamata di De Laurentiis...
"Eh vabbé non è arrivata, ce ne faremo una ragione. Non si può vivere solo di speranze. È normale che giocare con la maglia della mia città per tutta la vita sarebbe stato grandioso, ma così non è stato. Il mio sogno da bambino era fare il calciatore e non avrei permesso a nessuno di infrangerlo. Quindi, per realizzarlo ho dovuto proseguire per un'altra strada".
Secondo lei, investire di più sui giovani e sulle giovanili potrebbe essere la chiave per colmare il gap con le big di Italia e d'Europa?
"Con me sfondi una porta aperta. Se fossi un presidente, investirei tantissimo sul settore giovanile. Basterebbe guardare le grandi squadre europee quanto investono sui giovani per rendersi conto di quanto sia essenziale farlo. Non è bello vedere determinate società come il Napoli vivere in Primavera 2, far fatica o cose simili. Per come vedo io il calcio, e per quanti ragazzi bravi ci sono a Napoli, cercherei di creare una struttura forte a livello giovanile. Poi, cercherei di acculturarli anche mentalmente, poiché il calciatore napoletano giovane va anche acculturato e guidato. Io investirei molto di più sui giovani. Però, purtroppo, queste sono scelte societarie che non spettano a noi. I soldi sono di De Laurentiis, il culo pure, quindi decide lui".
Qualche club italiano lungimirante già inizia a vedere i primi frutti...
"Sì. Ad esempio la Roma. La società giallorossa, secondo me, insieme ad Atalanta e Sassuolo, è una delle migliori nel fare emergere i calciatori. La Roma è impressionante, lancia i giovani, li fa esordire. Tempo fa il Napoli Primavera faceva la guerra a Lazio e Roma. Solo che loro hanno proseguito il loro cammino, mentre noi siamo tornati indietro".
"Il Napoli dovrebbe 'blindare' Lorenzo Insigne"
Da napoletano verace come Lorenzo, che ne pensa della situazione di Insigne?
"Insigne, ormai, è un capitano affermato. Ha preso il Napoli per mano e lo sta trascinando partita dopo partita. Ha trovato quella consapevolezza e quella fiducia che gli serviva. Io credo che bisognerebbe blindarlo quanto prima, salvaguardandolo e cercando di costruire una squadra all'altezza intorno a lui".
Osimhen, al momento, è un diamante grezzo. Quanto crescerà?
"Io penso che mandare via Milik sia stata una delle più grandi follie che abbia mai fatto il Napoli negli ultimi anni. Non avrei rinunciato a lui per prendere Osimhen. Il nigeriano non è Mbappé, ha una grande velocità ma...Tuttavia, questo è un pensiero mio. Victor è un giocatore giovane e va aspettato, bisogna dargli tempo. Chi ha speso i soldi, lo ha fatto per un motivo. Anche l'anno scorso Lozano fu molto criticato per il suo rendimento, mentre invece quest'anno sta facendo la differenza. Osimhen ha bisogno di tempo e spazi. Ovviamente fa molta fatica perché davanti a lui c'è un giocatore che, se sta bene, gioca sempre lui: Dries Mertens. E poi perché la Serie A è un campionato molto diverso da quello francese. Non resta che aspettare che si ambienti in una città e in un campionato totalmente diversi rispetto a quelli in cui viveva prima".
La stagione del Napoli, a un certo punto, è andata incontro a parecchie delusioni in rapida successione...
"Il Napoli sicuramente ha avuto un sacco di problemi, tra Covid e infortuni. Ma, come li hanno avuti gli azzurri, questi problemi li hanno avuti anche tutti gli altri club. Quindi non è che a Napoli sia successo qualcosa di esclusivo. Solo che i partenopei hanno pagato questa situazione più di tutti in termini di risultati. Soprattutto perché Mertens e Koulibaly, ad esempio, sono calciatori di livello mondiale, difficili da sostituire".
Tra De Laurentiis e Gattuso lo strappo è risanabile?
"Sinceramente non lo so, queste sono cose che devi vivere per capirle. Io posso darvi una mia versione. Se ho ben capito Gattuso come persona, credo che lui non tornerebbe mai indietro. Ma questa, ripeto, è una mia opinione. Bisognerebbe conoscere il rapporto che c'è tra il tecnico e il presidente e tutto il resto. Se ne dicono tante in queste settimane, ma una cosa è certa: che chi afferma che andrà via e chi afferma che resterà, qualcuno di questi avrà ragione (ride, ndr). È veramente una situazione complicata da capire: il presidente ultimamente fa i complimenti a squadra e mister, due mesi fa ha fatto dichiarazioni completamente differenti. Comprenderlo è veramente difficile, interpretarlo ancora peggio (ride, ndr)".
Ovviamente tutti ci auguriamo che il Napoli si qualifichi alla Champions. Se così non dovesse essere, sarebbe drammatico o comunque si potrebbe vedere il bicchiere mezzo pieno?
"La Champions League ti porta introiti economici che ti permettono di scegliere giocatori importanti. Senza il quarto posto, invece, devi ridimensionarti e poi l'anno dopo magari hai difficoltà a raggiungere l'Europa. Perdere la Champions sarebbe un grande danno economico. Poi, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, senza la massima competizione europea potresti approfittarne per rifondare e puntare sui giovani. Ma questo puoi farlo a prescindere. Quindi, meglio conquistare la Champions e contemporaneamente fare investimenti giusti e ponderati sui giovani".
"Non si è ancora capito come funziona il VAR..."
Juve-Napoli, che partita è stata? E gli errori arbitrali?
"Gli errori arbitrali ci sono stati da entrambe le parti. La cosa che mi chiedo io è: perché gli errori dipendono ancora dagli arbitri quando c'è un VAR che potrebbe risolvere tutto o quasi!? Anche a Coverciano, durante il corso, ho fatto fatica a capire il regolamento. Purtroppo ogni volta cambiano qualche regola, è un casino. Io penso che se non hai la tecnologia non la usi, ma dal momento che abbiamo fatto un guerra per averla, ora se ce l'hai devi usarla! Noi esseri umani soffriamo un po' di protagonismo. Quindi automaticamente, si tende a peccare. Capisco anche che se si decidesse di sposare la tecnologia al 100% non ci sarebbe più bisogno degli arbitri, quindi...".
In vista c'è Sampdoria-Napoli. Quagliarella ogni volta che vede azzurro sembra che "veda rosso"
"Fabio è un giocatore che a 38 anni sta ancora bene, ed ha tanta esperienza. Vuole fare sempre goal, che giochi contro il Napoli o un altro club. Lo conosco bene. Che poi lui quando incontra i partenopei riesca a fare sempre bei goal questo è un altro discorso. È una questione di Karma, di attrazione (ride, ndr). È tipo me quando vedevo la Lazio: andavo sempre in rete".
La chiave di lettura del match?
"Oggi la Sampdoria è una squadra solida e compatta. Ormai è salva, non ha nulla da perdere e potrebbe insidiare il Napoli. Gli azzurri dovranno essere spinti da grandi stimoli, perché si stanno giocando qualcosa di importante. Se la compagine di Gattuso non avrà gli stimoli giusti, sarà molto difficile centrare la qualificazione in Champions League. Ma io sono convinto che il Napoli non sbaglierà. In queste partite, quando sono sotto pressione, gli azzurri hanno dimostrato di saper tenere botta, uscendone fuori a testa alta".
a cura di Giuseppe Canetti
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