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L'intervista

ESCLUSIVA Onofri: “Genoa cantiere aperto, per fermare il Napoli servono coraggio e aggressività”

ESCLUSIVA Onofri: “Genoa cantiere aperto, per fermare il Napoli servono coraggio e aggressività”

L'ex calciatore ed allenatore del Grifone è intervenuto ai nostri microfoni

Giovanni Frezzetti

Claudio Onofri ne ha viste tante sui campi: da giocatore, da allenatore e da commentatore sportivo. Vanta più di 200 presenze col Genoa da calciatore, oltre ad aver allenato il Grifone agli inizi degli anni '2000. Dopo la dura sconfitta con l'Inter, la squadra di Ballardini si troverà di fronte un'altra big del campionato. Onofri, intervenuto in esclusiva ai microfoni di Calcionapoli1926.it, ha analizzato la situazione in casa rossoblù in vista della sfida col Napoli di Spalletti in programma domenica alle 18.30 a Marassi. Di seguito l'intervista.

Onofri sulla situazione in casa Genoa in vista della sfida col Napoli

 (Photo by SSC NAPOLI via Getty Images)

Il Genoa sta vivendo una situazione un po’ turbolenta in quanto si parla di un possibile passaggio di proprietà: in vista della sfida col Napoli quanto può pesare tutto ciò sulla testa dei giocatori?

“Ovviamente influisce. Sono stato al ritiro a seguire la squadra e li ho visti lavorare molto bene. Ora c’è questa ventilata possibilità di cessione a questo fondo americano che fa capo a una persona di origine spagnola. Si dice che la trattativa sia già avviata da un po’. Tutto ciò non coinvolge positivamente la squadra che, però, al di là di questo va migliorata. Quella scesa in campo contro l’Inter aveva tanti calciatori che per un motivo o per un altro non hanno giocato. Nel secondo tempo in campo c’erano tanti giovani in campo. Quel 4-0 è stato un allenamento per l’Inter. Ora sarà fondamentale capire come proseguirà la settimana per il Genoa. Anche perché affronta una come il Napoli che è sui livelli dell’Inter”.

Dunque, nonostante ci sia ancora Ballardini e il Napoli ha una rosa praticamente identica il 2-1 per il Genoa dello scorso febbraio è un lontano ricordo?

“In questo momento no. Ma nel calcio mai dire mai, non c’è una scientificità. Con la situazione di oggi la vedo difficile. Anche perché se dovessero esserci nuovi acquisti non credo che giocheranno contro il Napoli. Questa è una squadra che parte nettamente sfavorita domenica. C’è da considerare che con l’Inter nei primi 20 minuti della ripresa c’è stato qualcosa di positivo, sicuramente si poteva fare meglio nel primo tempo. In questo momento il Genoa è comunque un cantiere aperto. Iniziare affrontando due big nelle prime due gare di certo non aiuta. C’è un po’ di malumore nell’ambiente per le questioni societarie”.

Il Napoli ha praticamente la stessa rosa della scorsa stagione, ma ha cambiato allenatore: come vede la stagione degli azzurri?

“Ho sentito che c’è anche la possibilità di qualche colpo di mercato, ad esempio Amrabat. Io ho grande stima di Gattuso e lo conosco bene, ma tutto sommato questa squadra era già forte lo scorso anno e poteva fare un po’ meglio. Essendo rimasta tale ci si aspetta qualcosa di importante. Avere delle ali come Insigne, Lozano e Politano, dei centrocampisti come Zielinski e Fabian Ruiz, è tanta roba. Poi se prendi anche Amrabat, c’è anche Elmas che sta crescendo, in difesa hai una coppia centrale come Koulibaly e Manolas, la squadra ha tante élite. Poi se parliamo di rosa complessiva rispetto a Juve ed Inter c’è qualcosina in meno. Ma gli 11 che scendono in campo sono forti”.

Come il Genoa mettere in difficoltà il Napoli domenica? Abbiamo visto il Venezia che ha giocato con personalità al Maradona: può essere la soluzione giusta?

“Con l’Inter c’è stata molta confusione e fisicamente sembrava di vedere calciatori non in forma. Se invece fai una partita come quella del Venezia sarebbe diverso. Sfidare subito due big, diciamo che ci sta fare 0 punti. A questo punto si prova a fare una prestazione di coraggio ed aggressività per mettere in difficoltà gli avversari. Ad esempio anche la Samp col Milan ha giocato e alla fine della gara esci comunque incoraggiato dal campo. Non dico che non bisogna pensare al risultato, che ovviamente è la cosa più importante, ma giocare in un certo modo potrebbe aiutare a spazzare via il pessimismo dell’ambiente”.

A proposito di organici di Serie A, tra le cosiddette 7 sorelle ci sono sottili differenze: secondo lei c’è qualche allenatore che può fare la differenza e valorizzare al massimo la propria rosa?

“Le due romane mi intrigano. Sarri lo stimo tantissimo e per me può dare quel potenziale in più per accrescere la rosa. Poi è chiaro che Inter e Juve sono superiori ad oggi. Ma se Sarri riesce a trasmettere ai calciatori quello che vuole vedere in campo può fare molto bene. Poi c’è anche Mourinho alla Roma, che per motivi diversi può fare bene. Non è il Sarri della situazione per modo di giocare, ma ha una grande personalità e un grande carisma, oltre che a una grande conoscenza del calcio internazionale. Infatti il colpo Abraham è stato probabilmente lui ad indicarlo. A me piace anche Italiano alla Fiorentina, ma è logico che rispetto alle altre parte dietro e che difficilmente possa insidiare le primissime”.

A cura di Giovanni Frezzetti

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