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ESCLUSIVA – Dossena: “Meglio undici titolarissimi che tanti buoni calciatori. ADL-Gattuso? Il presidente non può litigare con tutti…”

Giuseppe Canetti

Andrea Dossena, ex terzino sinistro o centrocampista esterno (tra le tante) di Udinese, Liverpool, Napoli e della Nazionale, attualmente tecnico del Crema, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per dire la sua riguardo le principali...

Andrea Dossena, ex terzino sinistro o centrocampista esterno (tra le tante) di UdineseLiverpool, Napoli e della Nazionale, attualmente tecnico del Crema, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per dire la sua riguardo le principali questioni di casa azzurra.

L'ex partenopeo si è soffermato sull'attuale clima di tensione tra De Laurentiis e Gattuso, ricorrendo a parallelismi con vicende del passato recente, e rispolverando un 'vecchio' aneddoto che vede protagonista Walter Mazzarri. Ha parlato anche del futuro del club, di mercato e del prossimo impegno in Europa League contro il Granada. Di seguito l'intervista.

L'intervista ad Andrea Dossena

Quarto posto e miglior attacco del girone B di Serie D con il Crema, sta andando bene la prima esperienza da allenatore. 

"Sì, è un ottimo inizio. Anche perché mi era stato chiesto di centrare la salvezza e stiamo andando oltre le aspettative. Ogni giorno lavoriamo per migliorare".

Che livello ha riscontrato in questa categoria?

"Il problema della Serie D è solo uno: l'obbligo delle quote. Molte volte si è costretti a far giocare alcuni elementi anche se ancora non sono pronti. Io parto dal presupposto che se i giocatori sono bravi giocano a prescindere, anche se giovani. Quindi non vedo il motivo di inserire determinati obblighi. Inoltre ciò alimenta il luogo comune secondo il quale un calciatore emergente è titolare solo perché c'è questa regola. Proseguendo così si continua da un lato ad abbassare il livello di qualità in mezzo al campo dall'altro ad illudere i ragazzi, che vengono utilizzati fino a quando non saranno più under e poi verranno cacciati. E, aggiungerei: non è giusto, visto che parliamo di uomini in un età in cui dovrebbero andare a scuola o iniziare a lavorare. Perdono anni per niente!".

Dal "you'll never walk alone" a "'O surdato 'nnammurato". Le due esperienze in un flash...

"Detto così, sono due colpi al cuore! "You'll never walk alone" è l'inno che ha segnato la storia del calcio mondiale. Faceva un certo effetto sentirlo ad Anfield. Tuttavia, da italiano ed in virtù del sentimento di appartenenza per il Napoli, il primo grande Napoli dopo Maradona, "'o surdato 'nnammurato" era qualcosa di speciale. Quando scendeva l'adrenalina della partita e partiva il coro era il momento in cui ci godevamo il ringraziamento dei tifosi. Durante il match il pubblico sicuramente spinge, ma non riesci ad apprezzarlo perché sei concentrato. In quegli anni è stato fatto qualcosa di speciale. Si è riportato il club nel calcio che conta, lo si è riportato in Champions League, e si sono vinte coppe. Peccato per quella Supercoppa derubata, ci rimasi molto male".

"Non eravamo una corazzata, ma avevamo gran voglia. Spingevamo forte ed abbiamo ottenuto risultati oltre le aspettative. Sapevamo che magari lo Scudetto non era alla nostra portata, ma continuavamo ad avanzare a testa bassa. Alla fine abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo posti".

Dossena: "De Laurentiis non può litigare con tutti..."

Il rapporto tra Gattuso e De Laurentiis è compromesso?

"Nel calcio contano i risultati. Se per assurdo Gattuso dovesse vincerle tutte fino a fine stagione, portando il Napoli in Champions o magari vincendo l'Europa League, alla fine resterebbe sulla panchina azzurra. Io mi auguro che sia così, ma sarà molto difficile. Piuttosto inviterei De Laurentiis a riflettere: non può litigare con tutti! Se con ogni tecnico entra in discussione, allora qualche domanda dovrebbe porsela anche lui. Mi verrebbe da dirla alla inglese "Who is the next?" ("Chi è il prossimo?")".

Cosa significa il silenzio stampa indetto dal club?

"Significa che c'è qualcosa che non va. Il silenzio stampa è sempre sintomo di frizioni, che non permettono di vivere la quotidianità serenamente. Sarebbe meglio non lasciar trasparire questo clima di tensione. Ci si potrebbe sedere attorno ad un tavolo e discutere per il bene del Napoli, dicendosi: "Siamo dentro la tempesta, e dobbiamo arrivare in porto. Poi, una volta arrivati in porto si deciderà se proseguire insieme o meno". Al momento la squadra ha bisogno di tranquillità, ci sono ancora diversi obiettivi che gli azzurri possono raggiungere".

Sul progetto azzurro

"Alla fine la storia è sempre la stessa: Gattuso non ha rinnovato il contratto dopo la Coppa Italia per mancanza di garanzie progettuali. Proprio come è capitato con Sarri. Il Napoli non si sa ancora se farà quello step in più che pretendono gli allenatori affermati, poiché deve autofinanziarsi. E senza Champions diventerebbe tutto più difficile, perché il bilancio del club andrebbe in negativo. Quindi, niente investimenti". 

"Se non dovesse essere centrata la qualificazione in Champions, all'allenatore (nuovo?) si dovrà presentare un progetto alternativo e ambizioso, affinché questi sia felice. Ma chi verrà, dal suo canto, dovrà essere consapevole che il Napoli non è ancora un top club, e dovrà cercare tramite il lavoro di ottenere il massimo senza chiedere miracoli alla società. Altrimenti ci saranno discussioni all'infinito. Il presidente non cambierà mai il suo approccio, e questo voglio anche capirlo, però potrebbe trovare strade alternative, creando strutture, investendo maggiormente sul settore giovanile e tante altre cose. Dal punto di vista economico potrebbe essere importantissimo. È dai miei tempi che si parla di costruire almeno lo stadio, ma non è mai stato realizzato nulla". 

Sui possibili successori di Gattuso

"Quando De Laurentiis è andato su grandi nomi il Napoli ha sempre peccato. I cicli degli emergenti Mazzarri e Sarri sono stati molto più esaltanti rispetto a quelli degli affermati Benitez ed Ancelotti. I nomi che circolano in giro mi piacciono. Italiano, De Zerbi e Juric sono tre tecnici giovani e ambiziosi. Tuttavia, se uno di questi dovesse arrivare al Napoli e dovesse ottenere buoni risultati, poi chissà come andrà a finire...".

A questa società manca una figura che faccia da tramite tra dirigenza, allenatore e squadra?

"Ai miei tempi c'era Mazzarri che, oltre ad essere allenatore, svolgeva questo ruolo. Il mister metteva spesso e volentieri De Laurentiis al suo posto. Il presidente lo rispettava molto anche in virtù dei risultati che portavamo a casa. Gattuso anche ha svolto un lavoro enorme sotto questo punto di vista. Ha preso il Napoli dalle macerie, vincendo la Coppa Italia e valorizzando Lozano. Poi, magari, manca un pò di diplomazia. È uno di quelli che le cose te le sbatte in faccia, e quindi... In ogni caso per il cosiddetto ruolo di team manager penserei ad un ex calciatore che conosca bene l'ambiente e sia capace di fare da filtro tra le diverse componenti del club".

"Meglio 11 titolarissimi che tanti buoni calciatori. Gosens potrebbe fare al caso del Napoli"

Il Napoli oggi sembra avere una rosa più profonda e complessivamente migliore a livello di qualità rispetto al passato, ma senza quei fuoriclasse che un tempo aveva.

"Sono completamente d'accordo, e tra le due alternative sceglierei quella di avere qualche fuoriclasse in più e qualche riserva in meno. Preferirei avere 11 calciatori titolarissimi con una panchina meno forte, rispetto ad avere 18 calciatori dello stesso livello (buoni ma non fuoriclasse)".

La questione degli esterni bassi

"Bisogna capire se Ghoulam tornerà in piena forma dopo gli infortuni. E, se sì, quanto era merito suo il grande rendimento che offriva quando c'era Sarri. Magari beneficiava del gioco che proponeva l'allenatore, e dell'appoggio di uno come Hamsik. Mari Rui è stato preso per fare la riserva dell'algerino, mentre ormai è diventato titolare a causa di tante vicende. Noi dobbiamo giudicare il portoghese come alternativa che si è trovata a fare il titolare. Se invece si pensa che Mario Rui sia il titolare si è sbagliato l'acquisto".

"Hysaj deve essere usato a sinistra solo in caso di emergenza, una società come il Napoli non può schierare un terzino destro sulla fascia opposta. In ogni caso, se si decide di giocare in maniera propositiva sugli esterni, bisogna averne due che spingono forte. Un nome? Per il rendimento, per i goal e per il fisico, dico Gosens. Ma è un calciatore che va allenato a cento all'ora!".

Su Napoli-Granada

"Devi cercare di ribaltare il risultato. Le partite secche sono tutta un'altra storia rispetto alle partite di campionato. È dentro o fuori. Le spagnole storicamente in coppa sono veramente temibili. Ribaltare il 2-0 non sarà facile, ma il Napoli può farlo. Mi dispiace solo che questa sfida non si giocherà a porte aperte: lo stadio Maradona avrebbe potuto spingere gli azzurri verso l'impresa".

a cura di Giuseppe Canetti

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