Francesco Montervino conta 166 presenze con la maglia del Napoli, distribuite in un arco temporale che va dal 2003 al 2009. Dal 2005/2006 fino all'inizio del 2008/09 è stato capitano degli azzurri, e ha contribuito alla promozione in Serie B e in Serie A, categoria nella quale ha debuttato il 26 settembre 2007 (Napoli-Livorno 1-0). Ha segnato il suo primo goal in Serie A con la fascia al braccio, al San Paolo contro il Chievo. Dal 2014 ha scelto un nuovo percorso (quello da dirigente sportivo, ndr), ma non ha mai dimenticato né smesso di amare i colori azzurri, dimostrando - anche nel ruolo di opinionista televisivo - sempre un grande carattere e una grande sicurezza, oltre ad un equilibrio sempre più raro oggi nel mondo dello sport.
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ESCLUSIVA – Montervino: “Gattuso non ha colpe. Fabian? Troppo preso di mira, è fortissimo. E sul mercato…”
Francesco Montervino conta 166 presenze con la maglia del Napoli, distribuite in un arco temporale che va dal 2003 al 2009. Dal 2005/2006 fino all’inizio del 2008/09 è stato capitano degli azzurri, e ha contribuito alla promozione in Serie...
Il Napoli e il calcio secondo Francesco Montervino
Partirei da un’analisi totale della gara di ieri sera. Abbiamo visto un Napoli che non ha trovato la via del goal nonostante le tante occasioni e che di conseguenza è stato punito dallo Spezia. Come giudica la prestazione di ieri?
"Giudico la sconfitta di ieri sera in modo estremamente negativo, non potrei fare diversamente. Ma ciò che maggiormente non mi è piaciuto è stato l'atteggiamento della squadra dal rigore subìto in poi. Questo mi è dispiaciuto, mi sarei aspettato qualcosa di diverso in quella circostanza. Prima del pareggio invece ho visto una squadra che non si è arresa, una squadra importante che non si è lasciata abbattere dagli errori sotto porta e ha continuato sempre a provarci. Questo è un dato positivo, ma è chiaro che ora ci si focalizzi maggiormente sugli errori degli attaccanti".
Queste problematiche relative alla personalità dei calciatori erano state tirate in ballo già da Ancelotti, che infatti avrebbe preso Ibrahimovic se non fosse stato sollevato dall'incarico. De Laurentiis ha sbagliato ad esonerarlo?
"Sono fermamente convinto che ci siano due modi per costruire in una squadra una mentalità vincente: il primo è il tempo, il progetto. Il secondo è velocizzare questo lasso di tempo con l'acquisto di calciatori già abituati a vincere, che sanno cosa serve per diventare grandi, proprio come Ibrahimovic. Stante questo, non credo che ADL abbia sbagliato, ha scelto: ha scelto di formare questa mentalità con il tempo, comprando giocatori giovani e facendoli crescere. Può essere una scelta condivisibile o meno, ma non mi sento di dire che sia sbagliata in senso assoluto".
A centrocampo due giocatori, Fabian e Bakayoko, stanno vivendo un momento difficile. Molti dicono che in coppia non rendono, che sono lenti. Il tuo giudizio da ex centrocampista?
"Ti dico la verità. Al momento Fabian è preso di mira, ma a mio avviso lui e Bakayoko stanno facendo prestazioni discrete in coppia. E credo che sia fondamentale avere equilibrio (nei giudizi, ndr): anche Zielinski ieri non ha fatto benissimo, ma nessuno ne sta parlando. Si tratta di calciatori fortissimi, non mi sento di attaccarli e non è giusto fossilizzarsi sui singoli".
Che tipo di allenatore è Gattuso? In che filone di pensiero si riconosce? Tiene all'identità di gioco o preferisce lasciare spazio alle individualità? Molti dicono che non porti in campo nessuna idea, che sia in confusione.
"Io credo invece che Gattuso abbia un'identità evidente come allenatore e che abbia idee. Non lascia nulla al caso, è molto preparato e lascia libertà al campione che va in campo. Anche perché diciamocelo, la differenza la fa il calciatore. L'allenatore ti porta fino al limite dell'area, ma se non fai goal la responsabilità è tua. L'allenatore imposta la gara per farti arrivare lì, poi conta la balistica, la fantasia. Gli schemi ti portano fino alla trequarti. Se il Napoli arriva 14 volte in porta, che colpa devo dare all'allenatore"
Quanto conta nel calcio di oggi costruire un ambiente importante, oltre ad avere una squadra con valori tecnici elevati?
"Costruire un ambiente vincente è fondamentale. Tutto ciò che è ambiente è determinante, a partire da ciò che proviene da subito fuori dallo spogliatoio. Un ambiente deve essere bravo ad ovattare il gruppo, proteggerlo quando necessario, bacchettarlo quando necessario. Bisogna che l'ambiente faccia sentire forti e importanti i propri calciatori, che si devono sentire al centro".
L'ultima sul mercato. Se lei fosse Giuntoli, su che tipo di profilo andrebbe per migliorare questa squadra?
"Non potrei mai sostituirmi a Giuntoli. Il Napoli sa benissimo quali profili ricercare, nonostante io credo che il Napoli abbia una rosa completa e forte e lo sanno anche in società. Quello che posso fare è darti un'opinione per così dire da tifoso azzurro: mi piacerebbe vedere a Napoli un terzino sinistro importante.
A cura di Mattia Fele
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