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“Diego era come un fratello, è stato un onore giocare con lui”: il ricordo dei compagni

Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 
Alcuni compagni di squadra di Maradona hanno voluto ricordarlo ai nostri microfoni nel quarto anniversario della sua morte

Il 25 novembre è un giorno triste non solo per i tifosi del Napoli, ma per tutti gli amanti del calcio. Oggi è il quarto anniversario della morte di Diego Armando Maradona, il più grande di tutti i tempi e alcuni suoi compagni di squadra al Napoli hanno voluto ricordare il Pibe de Oro con un pensiero e qualche aneddoto ai nostri microfoni.

Il ricordo dei compagni di Maradona

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Bruno Giordano, compagno di Diego dal 1985 al 1988, ha voluto ricordarlo così: "Diego non c'è fisicamente, ma è sempre nel mio cuore. Ogni giorno è triste senza di lui, ma chiaramente il 25 è un giorno ancora più triste. In questa giornata riaffiorano tutti i ricordi all'interno del campo, fuori del campo. Ho avuto questo privilegio di conoscere una persona straordinaria. Il 25 è una giornata triste, ma allo stesso tempo ci fa pensare ancora un pochino di più a Diego".

Salvatore Bagni ha giocato con Maradona fin dal suo arrivo a Napoli fino al 1988 ed è stato uno dei suoi compagni più intimi. Ecco il suo ricordo: "Casa mia è stata casa sua, Diego ha vissuto qui per 25-30 anni, veniva a Cesenatico per minimo 10-15 giorni all'anno, stava bene. Tutta questa casa mi ricorda lui, ogni passaggio, ogni camera, ogni stanza, ogni pallone che lui toccava mi ricorda lui. Penso di averlo vissuto profondamente, anche magari dandogli fastidio in qualche situazione, ma mai davanti ad altre persone. Sempre io e lui, ci siamo aperti e ognuno ha parlato delle proprie debolezze. Questo era Diego. Per me è stato un fratello, un amico e lui da noi ha trovato veramente l'affetto di una famiglia e stava qui veramente volentieri. Quando partiva da Buenos Aires diceva alla moglie Claudia adesso vado a casa mia a Cesenatico e questo per me è stato un sintomo di grande orgoglio".

Andrea Carnevale ha vinto due scudetti al Napoli con Diego, giocando in azzurro dal 1986 al 1990. Oggi è osservatore dell'Udinese e ringrazia Maradona per tutto ciò che è stato per lui: "Diego Armando Maradona manca a tutti e ogni volta che penso a lui mi commuovo. Per l'amicizia che ci legava, Diego per me era come un fratello. Devo ringraziarlo perché mi ha aiutato in tutti i sensi, anche in momenti abbastanza dolorosi della mia vita e quindi non finirò mai di ringraziarlo. È stato un ragazzo generoso, veramente buono. Dava molto affetto, il quale secondo me andava ricambiato e l'ho fatto. Ho avuto la fortuna di giocare con un grandissimo uomo e campione. Per tutto quello che ho fatto, devo solamente ringraziare un certo Diego Armando Maradona. In questo anniversario della sua scomparsa purtroppo ci sono ancora dolori interni perché un amico così non l'ho mai avuto, sia come uomo che come giocatore, pertanto do un abbraccio grandissimo al mio grande amico Diego Armando Maradona ovunque egli sia".


Francesco Romano è stato uno degli artefici del primo scudetto azzurro, arrivando dalla Triestina a campionato in corso nell'ottobre del 1986 e giocando con Maradona fino al 1989. Ci racconta tre aneddoti legati a Diego: "Racconto tre episodi che danno un po' il significato di quello che ha voluto dire per me vivere con Diego. Il primo è legato proprio al mio arrivo a Napoli. Diego, guardando la partita, ha aspettato la fine del primo tempo per venirmi incontro e presentarsi. Fu una grande emozione per me che il più grande giocatore di sempre potesse presentarsi con un'umiltà impensabile. E lì capii subito che persona avevo davanti. Il secondo è legato al giorno della sua morte. Ero in diretta con una radio di Firenze quando mi chiamarono per comunicarmi la notizia e fui colto da un pianto ininterrotto, tanto che dovetti interrompere il mio intervento. È stato un momento commovente ed emozionante. Il terzo è un incontro con Diego in un campo da golf a Milano Marittima. Appena ci incontrammo, il tutto sfociò in un abbraccio infinito, come tra due fratelli che non si vedevano da tempo. Ed è ancora lì che io conservo, nel mio cuore e nella mia mente oltre a tantissime altre cose, il ricordo di Diego: un abbraccio infinito che voleva dire tutto".

Luciano Castellini ha giocato solo nella prima stagione di Diego a Napoli nel 1984/85, per poi diventare preparatore dei portieri nelle successive tre stagioni. Il giaguaro ci racconta alcuni aneddoti: "Ho tanti aneddoti su Diego, ma uno importante per me è che mi hanno fatto un calendario, in cui la partenza del primo giorno dell'anno è una foto con me e Diego. E poi lui è un grande ricordo perché, a parte che ho giocato con lui un anno, è stato ospite qui in casa mia sul lago di Como con Claudia per qualche giorno, perché è venuto per acquistare un motoscafo per cui abbiamo fatto 4-5 giorni di vacanza meravigliosi insieme e gli era piaciuta tanto questa zona in cui vivo. Nel loro soggiorno a casa mia abbiamo concesso loro la nostra camera e noi abbiamo dormito in un'altra stanza. Poi mia moglie sente ancora Claudia, la sua ex moglie: sono ancora in buoni rapporti, per cui non è mai mancato il ricordo suo alla mia famiglia. Le altre cose sono letteratura, a le cose più semplici sono anche le più belle".

A cura di Domenico D'Ausilio

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