Manterresti Meluso o opteresti per un altro DS e, in quest’ultimo caso, su chi punteresti?«Questa domanda la prendo come una provocazione: Meluso nel Napoli conta meno di zero e non è un profilo da Napoli. Se resti o meno conta poco, non sarà certo lui l’uomo che affiancherà De Laurentiis nella ricostruzione del Napoli e che guiderà l’area tecnica. Non sta a me fare nomi: ci sono giovani bravi come Accardi, di cui si parla tanto, si fanno tanti nomi ma toccherà a De Laurentiis trovare l’uomo giusto che entri in sintonia con lui e che abbia un profilo alto e capace di dirigere l’area tecnica. Uno che sappia farsi rispettare da De Laurentiis e da tecnico e giocatori: non è facile da trovare e paradossalmente è più difficile da individuare dell’allenatore».
Che estate aspettarsi in casa Napoli, alla luce dei (possibili) mancati introiti Champions ma anche della cessione di Osimhen, che pure assicurerebbe alle casse azzurre una somma importante da poter reinvestire sul mercato?«Un’estate di passione, difficilissima. Un crocevia: dopo la devastante stagione attuale, sbagliare di nuovo può implicare un ridimensionamento del Napoli forse definitivo nell’epoca De Laurentiis. Ma io so che lui sa di aver sbagliato tutto. E poiché lo faccio uomo molto capace, ho fiducia che saprà tamponare le perdite dei mancati introiti europei e monetizzare bene Osimhen ed anche altre cessioni per una campagna acquisti molto importante con un tecnico di valore, che sia Antonio Conte o Vincenzo Italiano, i due nomi più gettonati».
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