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ESCLUSIVA – Carboni: “Napoli, col Granada occhio a Kenedy! Fabian? Sa che deve fare meglio. Ho sentito Benitez e mi ha parlato del suo futuro”
Amedeo Carboni è stato un grande terzino sinistro in attività tra il 1984 e il 2006. Ha vestito le maglie di Arezzo, Bari, Empoli, Parma e Sampdoria prima di passare alla Roma, squadra della quale è stato capitano. Durante la militanza in Italia ha conquistato due Coppa Italia e una Coppa delle Coppe. Poi il passaggio in Spagna al Valencia, dove ancora gli sarà assegnata la fascia di capitano. Con i murciélagos il suo curriculum si arricchirà notevolmente: una Coppa di Spagna, una Supercoppa di Spagna, due trionfi in Liga, una Coppa Intertoto UEFA, una Coppa Uefa ed una Supercoppa europea.
Carboni è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per dire la sua sulle principali vicende di casa Napoli, per analizzare il Granada, prossimo avversario degli azzurri in EuropaLeague, e per parlare del futuro di Benitez. Di seguito l'intervista.
Lei ha vissuto dal vivo, da avversario, l'esordio di Diego Armando Maradona in maglia azzurra. Poi, lo ha affrontato molte altre volte. Che ricordo conserva del Pibe de Oro?
"Maradona è un bel ricordo per tutto il mondo del calcio, era un giocatore fantastico e ineguagliabile. Ha lasciato un'impronta importante nel nostro ambiente. Anche se ci faceva soffrire quando lo incontravi da avversario, obiettivamente era sempre un piacere vederlo. Ci sono certi giocatori che è sempre bello affrontare, perché ti danno qualcosa in più, ti fanno vedere qualcosa in più: quando incontravi Diego capivi cosa significasse essere un leader".
“Il calcio non è come il tennis, dove si gioca da soli: qui si vince in undici, anzi in ventidue”, una sua citazione dal grande significato. È stato capitano prima della Roma e poi del Valencia, ha un Palmarés di tutto rispetto: esperienza e mentalità vincente al servizio della squadra. Quanto manca al Napoli un profilo ‘alla Carboni’?
"Io credo che la personalità, in un gioco di squadra, ognuno se la costruisce. Ogni calciatore deve sapere qual è il suo ruolo preciso all'interno del gruppo. Di Maradona ce n’è soltanto uno. Il Napoli è guidato da un uomo di grande personalità, Gennaro Gattuso. Se non sei nei primi tre posti, come si pensava all'inizio, sicuramente qualcosa è mancato, però non credo sia il carattere. Oggi si gioca in stadi vuoti, non ci sono più le trasferte dinanzi agli 80mila del San Siro, quindi anche il valore della personalità sta assumendo meno importanza. Per me i problemi del Napoli sono più tecnici e non di personalità".
"Tuttavia, nonostante le tante critiche che si sentono in giro verso il Napoli, io credo che Gattuso e la squadra non stiano facendo male. Se ragioniamo oggettivamente, si può dire che forse le altre squadre hanno qualcosa in più. Bisogna essere realisti: si pensi ai calciatori che hanno Inter e Juventus. Questa è la verità. Non si può essere sempre i migliori. È vero anche che il Napoli poteva essere in lotta per lo Scudetto, però questo non vuol dire che stia facendo male. Calcolando quelle che sono le risorse e la rosa, secondo me sta facendo un buon campionato. Entrare in Champions League non sarà facile, ma gli azzurri se la giocheranno".
Sul tecnico calabrese
"Un allenatore sa benissimo che, quando non arrivano certi tipi di risultati, le critiche ci possono stare. Noi, da buoni italiani o latini, amiamo criticare. Non so se a Napoli si pensava di poter vincere lo Scudetto oppure no, ma sicuramente quando non sei il lotta per il titolo iniziano i vari processi ad allenatore, direttore sportivo, ecc... Io, ripeto, in questo caso non sono d'accordo con le critiche, ma fanno parte del lavoro. Te le devi assorbire".
Come giudica il momento altalenante di Fabian Ruiz?
"Lo spagnolo è un ottimo calciatore, nel Napoli sta facendo grandi stagioni. Il fatto che sia sempre molto richiesto sul mercato e che si parli sempre di un suo ritorno in Spagna ne sono la prova. Potrebbe dare di più? Tutti i giocatori possono dare di più, inoltre lui è ancora giovane, può crescere tanto e lui lo sa. La Nazionale iberica è composta da grandi campioni, specialmente e metà campo, e in virtù di questo lui sa benissimo che deve fare meglio".
La questione del terzino sinistro
"Mario Rui è un buon calciatore. Tutti gli allenatori gli hanno dato fiducia schierandolo sempre titolare. È chiaro che qualche volta, soprattutto quando sei un terzino, non ti devi mai dimenticare che nella tua metà campo sei un difensore puro. Poi c’è da sapere come sta Ghoulam. L’algerino era uno dei giocatori più promettenti prima degli infortuni. Non so come sta, ma se viene impiegato così poco, di certo, non è al top della condizione. In un processo di crescita bisogna guardare sempre al miglioramento e può darsi che questo Napoli abbia bisogno di un’alternativa al portoghese".
Il Granada si conosce ancora troppo poco, che squadra è?
"Il Granada è una buona squadra ed ha un budget economico importante. In Liga è a centro classifica, e in quest’ultimo periodo non sta facendo benissimo, ma una cosa è certa: ha un ottimo reparto offensivo. Molina, Soldado, Suarez sono grandi calciatori. E poi c'è Kenedy un mancino molto interessante proveniente dal Chelsea: fa molti assist ma vede anche la porta. Come punto debole, invece, gli spagnoli prendono molti goal. È una squadra molto propensa ad attaccare e da metà capo in su è temibilissima, mentre la difesa non è molto solida. Il Napoli dovrà approfittare di queste lacune, soprattutto sfruttando le ripartenze".
Il cammino delle italiane in Europa League
"Anche se non in scioltezza, le tre italiane possono passare il turno. Le squadre avversarie hanno fatto sicuramente bene, qualificandosi ai sedicesimi, ma sono alla portata di Roma, Milan e Napoli. I nostri club hanno il dovere di accedere agli ottavi. Poi, man mano che si andrà avanti la strada sarà sempre più in salita. In tabellone ci sono squadre molto forti, con grandi curriculum. Bisogna puntare all'Europa League, è un trofeo prestigioso. Ormai è una competizione che non è importante solo se la vinci, ma offre grandi margini di guadagno a livello economico".
Tra lei e Benitez c'è un legame speciale: oltre ai magici anni al Valencia, il tecnico l'ha voluta con sé all'Inter in qualità di consulente. Lo sente ancora? Si parlava di un possibile incarico di direttore dell’area tecnica del Napoli per lo spagnolo. Potrebbe essere il nome giusto per rilanciare il progetto azzurro?
"Ho parlato con lui e mi ha detto che ha ancora voglia di allenare. Benitez, ad oggi, non aspira al ruolo di direttore dell’area tecnica. Spera che gli si presenti un’occasione importante, un progetto da coltivare. Non so cosa succederà per il futuro, ma molto probabilmente continuerà a vestire i panni dell’allenatore. Rafa è abituato al calcio inglese, dove il coach è anche il direttore tecnico e il manager. Napoli? Sicuramente lo avranno chiamato in tanti...".
a cura di Giuseppe Canetti
©RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE CALCIONAPOLI1926
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