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NAPLES, ITALY - FEBRUARY 21: Salvatore Aronica of Napoli controls the ball under pressure from Daniel Sturridge of Chelsea during the UEFA Champions League round of 16 first leg match between SSC Napoli and Chelsea FC at Stadio San Paolo on February 21, 2012 in Naples, Italy. (Photo by Mike Hewitt/Getty Images)
La stagione del Napoli prosegue a gonfie vele. Il pareggio di sabato sera non ha fermato la corsa degli azzurri, che scenderanno in campo nuovamente giovedì contro il Barcellona di Xavi, nella gara valida per i sedicesimi (o playoff, che dir si voglia) di Europa League. Per analizzare al meglio gli aspetti fisici, emotivi e motivazionali dei giorni subito precedenti ad un match così importante, ai nostri microfoni è intervenuto in esclusiva Salvatore Aronica, ex difensore di sinistra del Napoli di Walter Mazzarri.
Salvatore, lei conosce bene Napoli: a quale aspetto è rimasto più legato?
"Senza dubbio il calore della gente e la passione che hanno i tifosi: quest'aspetto della mia esperienza a Napoli è sicuramente indimenticabile. Napoli è una città magnifica dove si vive di calcio ogni settimana, dalle 15 della domenica alle 14.59 di quella successiva, si vive per il Napoli".
Se ci fosse una cosa che cambierebbe del Napoli nel quale ha giocato, quale sarebbe?
"L'unico rammarico di quel Napoli è la sfida contro il Chelsea finita 4-1. Cambiando epilogo saremmo arrivati ai quarti, sfidando così il Barcellona. Avremmo raggiunto sicuramente un grande traguardo, posso dire dunque che questa partita è l'unico rammarico della mia esperienza in azzurro".
Un ricordo in particolare?
"Ci sono stati tanti momenti positivi e di affetto. Su tutti la vittoria in Coppa Italia del 2012 che è indelebile perché partivamo sconfitti contro la Juve che all'epoca era la padrona d'Italia. Aver ribaltato i pronostici è stato sinonimo di grande orgoglio ed in più abbiamo riportato il trofeo a Napoli che mancava ormai da troppi anni".
Quanto pensa sia stato importante l'arrivo di Luciano Spalletti sulla panchina del Napoli?
"L'arrivo di Spalletti è stato fondamentale, il Napoli negli ultimi anni ha cambiato parecchio, alzando il monte ingaggi e riuscendo a prendere dei top player. Sono molto contento ed entusiasta di quello che il Napoli sta facendo in questa stagione".
Oltre al campionato, il Napoli dovrà affrontare il Barcellona in Europa League. Nonostante ciò la gara ha un sapore di Champions... lei che ha affrontato diverse sfide europee sa dirmi come si prepara un match del genere?
"Sono match che si caricano e si preparano da soli. Ti danno un'adrenalina ed un'emozione particolare, non dipende dalla competizione perché il Barcellona è una squadra blasonata e ricca d'esperienza, sono sicuro che i giocatori troveranno tutte le energie fisiche e mentali per affrontare al meglio questa sfida".
Quando giocava con la maglia azzurra e si dovevano affrontare sfide di un certo calibro, c'era qualcosa che permetteva alla squadra di caricarsi in modo particolare?
"Queste partite a quell'epoca si caricavano da sole. All'epoca eravamo la squadra materasso in quanto affrontavamo big come: Manchester City, Villarreal, Chelsea e Bayern Monaco, tutte squadre ricche di campioni. Vista l'adrenalina scendevamo in campo con il coltello tra i denti".
Attualmente il reparto difensivo del Napoli è uno dei migliori del nostro campionato. Qual è secondo lei il punto di forza della difesa azzurra?
"Credo che il Napoli abbia trovato in Koulibaly un perno fondamentale, soprattutto quando è in forma. Inoltre c'è anche Di Lorenzo che è campione d'Europa e che sta continuando a fare bene. Anche se tutto il merito è di Spalletti che ha dato entusiasmo e fiducia nei propri mezzi per ripartire dopo la stagione scorsa".
Per quanto riguarda Insigne, lei cosa pensa della scelta presa dal capitano azzurro?
"Credo che i matrimoni si facciano due, quando uno viene meno è normale che si prendano altre strade. Sia la società che Lorenzo non avevano la giusta voglia per continuare. Anche perché credo che la storia tra Insigne e la società sia già finita un anno fa. Se la società e il giocatore avessero voluto si sarebbe potuto trovare un punto d'incontro tra le parti. Le strade erano già divise, in quanto c'è stato un tira e molla pieno d'ipocrisia".
Secondo lei qual è la differenza sostanziale tra il campionato italiano in cui militava e quello attuale?
"La Serie A di allora era molto più competitiva in quanto c'era più qualità. Prima non c'era equilibrio, in quanto si sapeva che c'erano le Sette Sorelle e le piccole erano obbligate a puntare solo alla salvezza. Ora c'è grande equilibrio, e proprio per questo si suda per vincere anche contro le medio-piccole. C'è meno qualità ma più competizione".
A cosa può ambire il Napoli nel corso di questa stagione?
"Il Napoli è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante ed è alle spalle dell'Inter e Milan, se la può giocare fino alla fine. Domenica poteva con una vittoria sedersi al tavolo delle top. Detto ciò nelle due competizioni dove il Napoli è in corsa potrà dire la sua. Se la giocherà sia per il campionato che per un posto in Champions".
A cura di Leonardo Litterio in collaborazione con Giuseppe Ferrara
© RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE CALCIONAPOLI1926.IT
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