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Baroni con l’Hellas allo sfascio, la resilienza come spirito e un Suslov in gran mostra

Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Già la prima di Ngonge contro il suo passato prossimo, con Baroni che torna speranzoso al Maradona tentando di mettere in campo le carte a disposizione (poche)

Forse al Maradona si scontrano oggi alle 15 le due squadre che hanno vissuto mercati opposti. Il Napoli ha tentato di rinforzarsi e anticipare in qualche maniera la rivoluzione che comunque ci sarebbe stata a giugno, mentre l'Hellas ha optato per uno sfascio totale, quasi arrendevole in direzione Serie B. Ricordando che anche l'anno scorso si salvò solo per lo spareggio contro lo Spezia, all'ultimo secondo. E proprio grazie a Cyril Ngonge, oggi giocatore del Napoli già al cospetto del suo passato prossimo, alla sua prima al Maradona. Per Baroni sarà tutt'altro che semplice provare a ripartire, considerando le cessioni importanti anche negli altri reparti (due su tutti: Terracciano e Djuric ndr).

Chi sfascia e chi slancia (forse)

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Nonostante ci siano attualmente squadre in una condizione ben peggiore, gli scaligeri si sono ritrovati improvvisamente (contro Roma prima, Frosinone poi) senza i punti di riferimento classici del proprio gioco. Baroni ha dovuto re-inventare una squadra che già è carente in tecnica, fatta eccezione per l'ottimo Suslov e Folorunsho, che il "suo" lo fa sempre. La sua difesa a quattro è però spesso infilata e presa alla sprovvista persino nel fondamentale che da anni caratterizza il DNA dei gialloblù, ovvero il feroce uomo-contro-uomo. Va detto, però, che le ultime due prestazioni non fanno mal sperare in vista di una corsa che sembra al famoso "ciapa no". A chi prende meno punti. Con una Salernitana in grossa difficoltà, un Empoli in ricostruzione (che ha fatto quattro punti tra Juve e Monza, d'improvviso) e un Cagliari con un organico troppo debole, Baroni proverà ad affidarsi al senso sportivo di rinascita di quelli che giocavano meno, considerando i partenti come degli "appagati" o "intristiti" dalla situazione di classifica. Un discorso che non si allontana tanto dalla situazione Napoli, mutatis mutandis. Quindi con le dovute proporzioni. Anche Mazzarri si ritrova in rosa personalità che non hanno vissuto lo Scudetto straordinario di maggio 2023 e dovrà gestirle come nuove energie, da bilanciare a quelle infette dalle tante scorie di quest'anno dei vari Di Lorenzo, Kvaratskhelia, Anguissa (che fa il suo ritorno quest'oggi). Senza parlare degli infortunati. Chi sfascia e chi slancia.

La stella

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Proprio di Suslov ci va di parlare, l'unico uomo che realmente sta sorprendendo di questa squadra per capacità di dribbling e in generale gioco tra le linee. Una dinamica che - lo sappiamo - proprio non piace subire al Napoli. Lo slovacco è stato dapprima inserito in squadra come una mezzala e poi provato sulla trequarti, potendo agire con una certa libertà. Si tratta del classico giocatore moderno in grado di ricoprire diversi ruoli nell'ultimo terzo di campo, togliendo riferimento uomo-su-uomo sia ai difensori che ai mediani che rinculano in transizione negativa. Dotato di buoni piedi e di una buona frequenza di passo, è l'unico calciatore che attualmente sembra in grado di dare quella fantasia in più a una squadra a cui è rimasto solo lo spirito, forse una tra le meno tecniche del campionato.

 

di Mattia Fele

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