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editoriali
Una partita che doveva essere una finale Mondiale: così Conte aveva parlato in conferenza alla vigilia. Invece, è accaduto tutto ciò che temeva: gli altri hanno avuto più voglia, più grinta e hanno lottato con le unghie per 98 minuti, perché la salvezza è importante quanto lo scudetto e il Venezia l’ha dimostrato. E allora cosa è successo a questo Napoli?
Certamente è stata una questione di centimetri: dal palo di Raspadori, al pallone non entrato per poco di Lukaku, a quelle imprecisioni negli ultimi metri. Va detto che Radu ha salvato più volte il risultato, ma il Napoli non è sembrato quello affamato delle ultime uscite. La cautela su Neres, mantenuto a riposo, potrebbe essere costata cara. Era il giocatore adatto per dare una sterzata alla gara vista anche la prestazione deludente di Politano. Ma tornando all’aspetto principale, il Napoli l’ha persa proprio dove Conte non voleva: sul piano della voglia. “Possiamo anche perdere perché gli altri dimostreranno di essere più bravi, ma non voglio che siano più bravi sulla voglia”, questa la frase del tecnico spiega alla perfezione cosa è accaduto a Venezia. Soprattutto nel finale di partita, ci si aspettava un Napoli diverso e invece è stato quello del resto della gara. Due punti persi che potrebbero compromettere l’impresa, ma che non cancellano di certo quanto di miracoloso fatto fino ad oggi. Forse il Napoli non ci crede?
Intanto, ad Appiano Gentile e a Zingonia stanno certamente festeggiando: non solo per lo 0-0 col Venezia, ma perché è apparso un Napoli diverso. Nel lungo periodo è questo il campanello d'allarme: lo stop ci può stare contro una squadra che nelle ultime uscite ha dato filo da torcere a tutte. Ma, guardando al futuro, una prestazione del genere nel finale e il ruolino di marcia di Conte, non sono un segnale positivo. A questo si appiglieranno Inter e Atalanta nella serrata lotta scudetto. Certo, poteva andare peggio con quella super parata di Meret nel finale, ma poteva anche andare meglio. Chissà quante volte passerà davanti gli occhi dei tifosi quell'occasione finale di Simeone. Forse è proprio questo il segnale che lascia accesa la fiammella: il Napoli ci ha creduto, non quanto doveva, ma lo ha fatto. La strada è lunga e può succedere di tutto: non bisogna arrendersi, bisogna provarci fino alla fine. Poi, comunque vada, saremo tutti orgogliosi di quanto fatto da Conte e dalla squadra. I tasselli del mosaico stanno andando al loro posto: il percorso verso la vittoria è tracciato, se non dovesse arrivare quest'anno sarà per il futuro. Ma è certo che la vittoria è nel destino di questo Napoli.
A cura di Giovanni Frezzetti
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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