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Ebbene signori, anche il buon Garcia non disdegna il corto muso

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Tre punti in Champions in trasferta in una partita brutta, quasi da Serie A 2005/06, proprio sul campo in cui l'Italia è diventata immensa contro la Francia. Un italiano l'ha risolta e lo ha messo in campo proprio un francese, smentendo tanti
Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Vittoria di misura ma importante per il Napoli di Garcia, al secondo successo consecutivo in trasferta in quest'inizio particolarissimo di stagione. È stata una squadra compatta che ha concesso poco ai padroni di casa e che ha creato però anche meno, frutto sia delle caratteristiche dell'Union che della poca bravura nei duelli da parte dei calciatori occasionalmente in maglia nera. La risolve ancora Raspadori su magica giocata di Kvara sulla sinistra: questo calciatore ha una tecnica nel tiro invidiabile ed è al suo quinto gol in sole sette apparizioni in Champions League. Garcia può tirare le somme di un buon cammino in Champions, considerando che il Real alla prossima gioca in casa con il Braga e che al Maradona contro i tedeschi ci sarà una sorta di match point per la qualificazione. Per il resto, poco da dire: questo è il Napoli e questo sarà per tutto l'anno con questo allenatore e queste circostanze post-vittoria.

Ma Braga fu ben peggio

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Un primo tempo realmente soporifero quello del mitico Olimpiastadion di Berlino. L'Union aveva preparato la gara seguendo i propri princìpi o cercando di ritrovarli, e guarda caso questi stessi non fanno per nulla al caso del Napoli. Duelli aerei e fisici a tutto campo e movimenti alle spalle dei difensori - non velocissimi - di Garcia. Specie sulle fasce per farli allargare e creare vuoto in mezzo con gli inserimenti di centrocampisti strutturati come Tousart e Khedira. Insomma, Fischer ha aspettato il Napoli per poi cercare di colpirlo costantemente ai fianchi e dietro la nuca: il primo tempo è stato nient'altro che un susseguirsi di fiammate improvvise, tiri da fuori e poco calcio palla a terra. Per questa ragione Raspadori è parso un pesce fuor d'acqua per 46 minuti. Nonostante Garcia abbia voluto consegnargli una fiducia che pure merita, Jack non è mai riuscito a tirare fuori i difensori avversari facendo loro perdere il riferimento centrale, così come Cajuste non è stato all'altezza della sua versione veronese di soli due giorni e mezzo prima. Ha sempre cercato un inserimento difficile tra terzo e quinto avversario di difesa, ma è stato poco pulito tecnicamente un po' come si vide a Frosinone. È un ragazzo promettentissimo e che ha bisogno delle giuste condizioni per sentirsi valorizzato e forse i due giorni da MVP assoluto del Bentegodi non hanno aiutato.


Il Napoli di Garcia ha mostrato il suo volto simil Braga, però - fortunatamente - con molta meno sensazione di subire il pericolo costante dagli avversari. In quell'occasione c'era innanzitutto Osimhen e ieri sera si è sentita tantissimo l'assenza del nigeriano al centro dell'attacco nel primo tempo, quando il Napoli tentava di cercare Raspadori centralmente e non vi riusciva mai. Così è stato anche nella seconda frazione, con la differenza che Garcia può allenare campioni di livello internazionale, Fischer no. Questo è merito della dirigenza del Napoli e non lo si deve mai dimenticare. Kvaratskhelia è un profilo che sarebbe stato tranquillamente rintracciabile anche dai tedeschi, arrivati quarti l'anno scorso. Invece l'ha scelto il Napoli e oggi può giocare pure nel Real Madrid senza che nessuno si sconvolga. È suo l'assist proprio per Raspadori in un momento di rottura del raddoppio sulla sinistra. Poi Jack è perfetto nella tecnica del tiro, si bilancia e coordina in un secondo e il pallone bacia a stampo la rete per poi rotolare di nuovo in campo. È il gol vittoria che libera il Napoli da una partita parecchio brutta, ma che finalmente Garcia non ha vissuto sul filo dell'equilibrio. In questo ci sembra un Napoli cresciuto che sta imparando cosa sia la compattezza, pur considerando che ci saranno altre Fiorentina, altre Lazio (si spera non già il Milan ndr) perché i difetti tecnico-tattici non mancano.

Uno di questi è l'uscita dal basso in cui il Napoli ha smesso di eccellere. Non esce centralmente, non gestisce la pressione. L'ha preparata con palla di Meret sulle mezze ali che però non l'hanno tenuta praticamente mai. Ci vorrà altro contro il Milan di Leao e compagni, molto bravi negli strappi ma pure nei duelli e nelle transizioni positive immediate. E forse giocherà Simeone, nonostante Raspadori sia davvero un giocatore delizioso e troppo sopravvalutato da numero 9. Cosa che invece è, e che segni sempre in Europa non è un caso: il centravanti scattante e pronto alla porta è una tipologia che funziona molto bene contro chi non marca all'italiana, evidentemente. Così registriamo ad oggi, 24 ottobre. Ora un po' di giorni prima di una sfida che sancirebbe un trittico fondamentale per Garcia, prima delegittimato e poi rimesso al centro da De Laurentiis. Con lui il Napoli farà una buona stagione. Con tutte le sfumature dell'aggettivo "buona" annessi e connessi.

Di Mattia Fele

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