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editoriali

Per la Napoli che non ci rappresenta: perché non fondate un altro club da tifare a modo vostro?

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Chi vuole sbandierare si faccia riconoscere senza problemi: la procedura c'è e basta polemiche. Dobbiamo tornare tutti uniti perché la stagione può essere leggendaria

Giovanni Ibello

In assenza di una rivale credibile, la città di Napoli ha deciso di trovare all'interno dei propri ranghi il nemico che possa ostacolare un cammino già spianato verso la gloria. Ha ragione lo scrittore Maurizio De Giovanni quando, intervenuto sul suo profilo Facebook, scrive: "La città più autolesionista del mondo. Come se un dannato mago medievale avesse detto: avete tutto questo ben di Dio ma ogni volta che avrete la possibilità di essere felici, troverete il modo di non esserlo. Complimenti a tutti. Veramente disgustato". Oggi i giornalisti sportivi più qualificati (Paolo Del Genio su tutti), hanno subito messo le cose in chiaro dicendo: "Non siamo sociologi, non possiamo analizzare a fondo questioni antropologiche". Del Genio, come sempre, si distingue per competenza e lucidità, e il suo parere è quello di ogni persona di buon senso: "Ci sono momenti in cui il tifoso deve smettere di esprimere opinioni e sono i novanta minuti. Un tifoso del Napoli spera che in quei 90 minuti il Napoli vinca. Anche io ero a Gela, eravamo pochissimi giornalisti a seguito della squadra, e quella trasferta non ci dava alcuna soddisfazione economica. Ero a Gela su un campo polveroso e senza erba, ma questo non mi dà il diritto di sentirmi più tifoso del Napoli di altri".

La questione è seria e andrebbe analizzata in termini sociologici

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La questione purtroppo andrebbe davvero analizzata in termini sociologici. Forse Napoli ha paura di vincere? E' colpa del famigerato "braccino del tennista" che inizia a sentire la stanchezza proprio a ridosso del match point? Ah saperlo. Sta di fatto che non abbiamo ancora capito se, numeri alla mano, siamo al cospetto di una minoranza rumorosa e problematica o se davvero la nostra adorata città sia divisa in due tronconi. Federico Salvatore, in una vecchia canzone splendida e dissacrante (Incidente al Vomero, ndr), diceva che a Napoli da una parte ci sono i figli di bucc*** e dall'altra i figli di papà. Ironia a parte, è di tutta evidenza che quanto accaduto ieri sta facendo ridere mezzo mondo. Già, perché il Napoli ha 16 punti sulla seconda ed è tra le prime otto squadre d'Europa. E' legittimo che gli occhi del mondo siano puntati sulla banda Spalletti. E no, non possiamo proprio permetterci certe figurelle. Una partita si può perdere (anche il malo modo visto che lo stesso Milan in casa ne ha presi 5 dal Sassuolo), ma non sono ammessi autogol da parte della città. Anche perché se i nemici sentono l'odore del sangue, siamo automaticamente più fragili.

Chi vuole sbandierare si faccia riconoscere senza problemi: la procedura c'è

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Ora però proviamo a sfatare un mito, è doveroso essere chiari: il sito del Napoli indica qual è la procedura per introdurre striscioni e coreografie all'interno del Maradona. E' tutto scritto qui. Perché i gruppi organizzati non si attengono semplicemente alle regole? Secondo alcune frange di tifosi vicine ai gruppi organizzati, la gestione del regolamento d’uso è intrinsecamente politica ovunque. E a Napoli è stata messa al servizio di un progetto ormai evidente: eliminare il tifo organizzato dal Maradona, per provare a trasformarlo in un impianto simile a quello delle big di Premier o della Liga, con un pubblico composto e benestante in tutti i settori. Dispiace dirlo, ma questa obiezione non è minimamente sufficiente a spiegare il fenomeno, che è molto più complesso. Forse andrebbe interrogato il Questore per avere maggiori ragguagli. Gli ultras ci spieghino perché hanno problemi a seguire il percorso descritto dal regolamento e a rilasciare le proprie generalità. La maggioranza silenziosa durante la partita tifa per il Napoli, sostiene il Napoli: chi non è d'accordo è libero di fondare un altro club e partire dalla terza categoria, tanto la mentalità ultras dovrebbe andara al di là di concetti risibili come quelli della categoria. Fate un azionariato popolare e vi togliete dalle scatole.

A cura di Giovanni Ibello