A cura di Domenico D'Ausilio
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Amarcord
Sabato alle 18.00 al Bluenergy Stadium scendono in campo Udinese e Napoli, gara valida per la sedicesima giornata del campionato di Serie A. Gli azzurri hanno perso la testa della classifica ai danni dell'Atalanta dopo la sconfitta casalinga contro la Lazio nell'ultimo turno di campionato e ora rincorrono a -2 dagli orobici. Questo match il 4 maggio 2023 fu decisivo per la conquista aritmetica del terzo scudetto dei partenopei nella stagione 2022/23. Bastava un pareggio agli uomini di Spalletti per vincere il tricolore con cinque giornate d'anticipo e pari fu: 1-1. Al vantaggio iniziale di Lovric, che fece tremare una tifoseria intera, rispose Osimhen ad inizio ripresa e diede il via ad una festa che si protrasse fino al 4 giugno, giorno dell'ultimo match di campionato vinto per 2-0 contro la già ampiamente retrocessa Sampdoria. Udine è anche il campo della rinascita del Napoli in Serie A. De Laurentiis riportò gli azzurri in massima serie dopo sei anni di purgatorio tra Serie B e C1 e perse la gara d'esordio in casa contro il Cagliari (0-2), ma la domenica seguente esplose il potenziale offensivo di Lavezzi e Hamsik al Friuli, con il Napoli che vinse clamorosamente 0-5.
Udine è stato un campo importante anche per la conquista del secondo scudetto nel 1990. Il 14 gennaio 1990, il Napoli affrontò i friulani in trasferta per la gara valida per la seconda giornata di ritorno del campionato 1989/90. Gli azzurri erano in testa alla classifica con 2 punti sull'Inter e all'epoca dei due punti per vittoria il pareggio in trasferta era considerato un risultato più che positivo. Inizia malissimo, però, per Maradona e compagni perché al 3° minuto i padroni di casa sono già in vantaggio grazie al tuffo di testa di De Vitis che anticipa Giuliani. Ad inizio ripresa episodio curioso: il gioco viene sospeso per qualche minuto a causa di un leggero stiramento per l'arbitro Pairetto. Gli azzurri provano a pareggiare, ma all'86° minuto arrivò la doccia gelata con un preciso fendente di Mattei, imparabile per l'estremo difensore azzurro: 2-0. Sembrava ormai materializzarsi la seconda sconfitta consecutiva in trasferta per il Napoli, dopo quella per 3-0 all'Olimpico contro la Lazio, ma quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Maradona un minuto dopo conquista una punizione sulla trequarti e la batte subito, senza pretendere la distanza, lanciando Zola nello spazio e il quale conquista un preziosissimo rigore. Diego va sul dischetto e spiazza Beniamino Abate (padre di Ignazio, calciatore della prima storica stagione del Napoli di De Laurentiis in C1). Gli azzurri ci credono e attaccano a testa bassa. Pairetto al 90° fa segno che il recupero sarebbe stato di due minuti, Maradona scappa sulla sinistra e crossa morbidamente al centro, colpo di testa di Zola e miracolo di Abate che però non riesce a respingere fuori dallo specchio della porta, lasciando il pallone sulla linea per l'accorrente Corradini che deve solo spingerla in rete per l'insperato 2-2. Memorabile la corsa a perdifiato del difensore azzurro, che ricorda un po' quella celeberrima di Tardelli al Mondiale 1982, per celebrare una rete che sa (quasi) di scudetto. A fine stagione gli azzurri riuscirono a conquistare il loro secondo tricolore con 51 punti, mentre i friulani non riuscirono ad evitare la retrocessione, arrivando quartultimi a quota 27 (all'epoca retrocedevano quattro squadre), ad un solo punto dalla zona salvezza.
A cura di Domenico D'Ausilio
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