Vedi tuo padre appena tornato da lavoro coprirsi il volto, imbarazzatonel mostrarsi così irrimediabilmente fragile dinnanzi alla famiglia che quotidianamente sostenta lavorando più del dovuto in fabbrica. Lo stesso padre che ti ha fatto entrare in contatto col tuo primo amore, "El fútbol"; lo stesso padre che sente di aver perduto un punto di riferimento, un rivoluzionario che per qualche anno lo ha fatto sentire importante, rappresentandolo in un paese prettamente nordista; lo stesso padre che non perdeva mai occasione per raccontarti qualche aneddoto sulla sua figura - ormai li hai imparati a memoria -. Vedi tutto questo, vivi in prima persona un bagno di lacrime, una tristezza che accomuna l'intero globo terracqueo. Respiri la negatività e il malumore che aleggia nei corpi di chi ti sta affianco, martoriati da un evento il quale pregavano non arrivasse mai. Capisci che quella data segna la fine di un'era. Scoppi involontariamente in un pianto, coinvolto emotivamente dall'accaduto, e nella tua mente colma di pensieri esclami: "È morto il calcio".
A cura di Alex Iozzi
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