Focus proiettato, adesso, sulla nostra amata Italia, dove l'umore in voga appare essere quello della "settimana agrodolce". Otto giorni pieni di alti e bassi per Piotr Zielinski: prima due sonore batoste in Nations League (5-1 contro il Portogallo e 1-2 con la Scozia, occasione in cui il fantasista con la 10 sulle spalle ha servito l'assist per il gol siglato da Kamil Piatkowski) che hanno sancita la retrocessione nella Lega B della competizione, poi la "manita" sferrata dal suo nuovo club di appartenenza, l'FC Internazionale Milano, ai danni di un indifeso Hellas Verona (partita a cui il centrocampista ha preso parte per l'intera durata del secondo tempo). Stesso trend rispettato, seppur in Serie B, anche da Gennaro Tutino: prodotto del vivaio azzurro, dopo una stagione da record in forza al Cosenza (20 gol in 35 presenze annuali, mai nessuno ha fatto meglio con la maglia dei Lupi in cadetteria), il centravanti campano sta proseguendo, in prestito (con obbligo di riscatto) alla Sampdoria, il proprio personale viaggio nella categoria a suon di reti delle porte gonfiate. Sua la marcatura blucerchiata nell'1-1 passato alla storia questo weekend con il Palermo di Alessio Dionisi.
Baroni non molla la vetta. Ancelotti orfano di Vinicius Jr. a dicembre. Pecchia e Cannavaro: cresce l'ansia per il futuro
—Concludiamo con il capitolo relativo agli allenatori, inaugurandolo, ancora una volta, con la "favola"Lazio targata "Marco Baroni" (ricordato dai cuori napoletani di vecchia data come l'autore del gol, con cui punì proprio i capitolini, che ha consegnato agli abitanti della patria del Vesuvio il secondo Scudetto della propria centenaria storia). Pratica Bologna archiviata con un secco 3-0 e biancocelesti che mandano un forte segnale alle rivali (quali Fiorentina, Inter, Atalanta e Napoli, quest'ultima capolista in solitaria con 29 punti, appena una lunghezza di distacco dalle avversarie): per vincere il campionato, dovranno passare anche (e soprattutto) sul loro cadavere. Non solo al tecnico toscano, anche a Carlo Ancelotti sembra di vivere un déjà-vu antecedente alla sosta nazionali: il suo Real Madrid travolge il Leganes con un impattante 0-3, accorcia (da 6 a 4 punti) sul Barcellona in vetta a LaLiga (a quota 34) grazie a un inaspettato pareggio (2-2 il risultato finale) dei blaugrana in casa del Celta Vigo, ma continua imperterrito a perdere pezzi di organico per strada. Infatti, durante l'incontro del Butarque, Vinicius Jr., stella più lucente dell'undici titolare dei Galacticos, ha riportato una lesione del bicipite femorale della gamba sinistra: i tempi stimati per un recupero dal suddetto infortunio ammontano a circa un mese.
Buio pesto, infine, per quanto concerne ciò che intravede la visione rivolta al futuro di Fabio Pecchia (che ha indossato i colori del capoluogo campano tra il 1993 e il 1997 e, successivamente, nel biennio 2000-2001) e di Paolo Cannavaro. Il fu centrocampista, oggi alla guida del Parma neopromosso in Serie A, dopo la debacle casalinga subita per mano dell'Atalanta (1-3 senza particolare storia), vede avvicinarsi lo spettro (nonostante si sia svolto non più di 1/3 dell'annata) della retrocessione (terzultimo posto in classifica occupato dal Como di Cesc Fabregas, che ha totalizzato 10 punti), distante giusto un paio di punti. Spostandoci, infine, sul fronte legato a chi la maglia della SSC Napoli l'ha vestita ben 279 volte, la Pro Vercelli, allenata dal più giovane dei fratelli Cannavaro, naviga in acque piuttosto torbide: la disfatta patita contro l'Albinoleffe, l'ultima di nove stagionali, ha fatto sprofondare le Casacche Bianche al 18° posto del Girone A di Serie C. L'incubo dei play-out (conseguenza di 15 punti guadagnati in 16 giornate) per i sette volte campioni dello Stivale, al netto della tempestività con cui lo si sta scrivendo, è dietro l'angolo.
A cura di Alex Iozzi
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