Partiamo dalla difesa granitica che ha dimostrato che la sfida con l’Atalanta è stato un caso). Buongiorno e Rrahmani sono stati insuperabili, i due migliori in campo. Davanti avevano i due clienti più scomodi di tutta la Serie A, Lautaro e Thuram. Sono riusciti a limitarli entrambi e il Napoli ha preso gol solo su un tiro dalla distanza su cui (forse) Meret poteva fare qualcosina in più. Ma anche il portiere, troppo spesso vittima di pregiudizi, si è riscattato durante la gara con altri interventi. A centrocampo le cose funzionano e si è sopperito all'assenza di Lobotka che quando è entrato ha dimostrato che la squadra può girare in altro modo. In avanti gli esterni pungono e si sacrificano: Kvara e Politano sono preziosissimi nelle due fasi. Lukaku, anche lui troppo criticato, ha lottato lì davanti e ha tenuto palloni per far salire la squadra. Poi c'è Scott, un altro livello al di là del gol: lo scozzese vola sul campo, con e senza il pallone.
Stiamo crescendo, stiamo migliorando in tutto e per tutto: siamo ancora quella squadra che subisce angherie ma stavolta lo scippo è stato sventato. Questo Napoli è in ricostruzione e ha l'obbligo di andare in Champions, non di certo di vincere lo scudetto. Ma se ci si trova lì in cima, bisogna provarci fino alla fine. Il calendario riserva ancora sfide difficili ma i precedenti fanno ben sperare. Mai più gare come quelle con l'Atalanta, più partite come quelle con Inter e Milan. La strada è tracciata, e neanche i cecchini col fischietto potranno fermarci.
A cura di Giovanni Frezzetti
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