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editoriali
Il Napoli inciampa in una nuova sconfitta contro lo Spartak Mosca, una squadra modesta, capace di battere gli azzurri sia all'andata che al ritorno. Raggiungere il primo posto diventa più difficile ma fino all'ultimo istante si proverà l'impresa.
Chi ha intenzione di ricondurre la sconfitta agli infortuni di Insigne, Osimhen, Anguissa e Ounas alla positività del Covid di Politano, Demme e Zanoli è sulla strada sbagliata. Soprattutto alla luce del fatto che fino a qualche settimana fa, quasi all'unanimità si tessevano le lodi relativamente all'ampiezza e alla qualità dell'organico, riconoscendo una reale carenza solo sulle fasce difensive. Meret, Di Lorenzo, Mario Rui, Koulibaly, Juan Jesus, Lobotka, Zielinski, Elmas, Lozano, Mertens e Petagna, i titolari scesi in campo, avevano tutto il potenziale necessario per battere i russi. Ma non l'hanno fatto. Chi ha giocato lo ha fatto nettamente al di sotto delle proprie possibilità, ed è anche per questo che il Napoli ha perso. Lo Spartak Mosca è una squadra assolutamente modesta, scomodare gli assenti o accampare giustificazioni è da perdenti. Il goal a freddo, i miracoli del portiere russo non giustificano l’atteggiamento timido della formazione partenopea. Ko giusto.
La differenza tra un buon giocatore e un campione sta nella capacità di gestire le pressioni, sfruttare ogni opportunità per rimettere in discussione le scelte dell'allenatore. La fiducia va sempre conquistata sul campo, ad ogni costo, in ogni occasione. Non possono bastare i soli Elmas e Petagna che in campo hanno provato con carattere e grinta a dare il loro contributo. Tutti gli altri hanno palesato limiti evidenti e scarsa personalità. Troppe insufficienze. Luciano Spalletti deve correre ai ripari. Non erano campionissimi quando si vinceva, non sono diventati brocchi ora. Il Napoli non è in crisi ma ha un maledetto bisogno di ritrovare la fiducia e la concentrazione necessari per affrontare le prossime partite. La Lazio non è lo Spartak, e il Napoli dovrà cambiare pelle al di là degli interpreti che scenderanno in campo. È così che deve ragionare una squadra che vuole essere davvero grande. Zero alibi please.
Quando perdi, non perdere la lezione. Dalai Lama
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