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editoriali

Spalletti, quanto sarà bello vederlo abbandonarsi all’emozione quando la matematica dirà di sì

spalletti
Ritratto del tecnico di Certaldo

Emanuela Castelli

Spalletti Luciano, anni 64 appena compiuti, nessun tricolore in bacheca. Eppure di squadre belle ne ha fatte vedere, e di risultati insperati con squadre così così anche. Una comunicazione ficcante, spesso articolatissima, fatta di frasi che diventano icone del suo calcio, di un personaggio che non smette di essere persona. Di lui, chi lo conosce bene, parla come di un professionista che dedica al calcio tutta la vita, che non è mai contento, che vuole dare sempre di più. Il Napoli è a sua immagine e somiglianza: mai pago, mai rilassato, ma al contempo voglioso di divertirsi in campo. Ché il calcio è e resta pur sempre un gioco, e quando si ha la fortuna di giocarlo in Serie A con ambizioni importanti bisogna dare tutto. E divertirsi.

Spalletti, mister concentrazione

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Luciano non ammette passi falsi evitabili, soprattutto non ammette cali di concentrazione. Il suo capolavoro più grande? Non è solo vedere il Napoli stabilmente lassù, a distanze siderali da inseguitrici che neanche più si possono chiamare tali. La sua vera opera d'arte è mantenerlo, il Napoli, lassù. Nonostantequel divario. perché, in casi come questi, e con una Champions da disputare per entrare nella storia del club, sarebbe stato facile incorrere in una inconsapevole scelta: "Ci dedichiamo alla coppa dalle grandi orecchie, mettendo da parte solo per un po' il campionato...tanto il vantaggio è enorme". Ebbene no, mai errore sarebbe stato più grave ed imperdonabile, per mister Luciano.

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Il tecnico lo sa, che a Napoli sta scrivendo la storia. E sa anche che sta scrivendo pure la sua, di storia: quella personalissima di un allenatore che avrebbe meritato di più e che arriverà al sogno più grande di tutti a 64 anni. Il retroscena raccontato ieri alla stampa, accaduto prima di Torino-Napoli, è la spia e il manifesto della sua attitudine: "È l'ennesima volta che io vado a parlare con i ragazzi prima di una partita, avendo il sentore che ci possa essere appagamento ed è l'ennesima volta che loro rispondono facendo vedere di essere fatti di una pasta diversa. Vogliono essere qualcuno da cui si riceve un segnale di quelli di chi veste la maglia del Napoli. Chi ha fame non tiene sonno: è un detto napoletano, ed è proprio così". Non vuole perderlo, Luciano, lo scudetto che pare cucito sul petto degli azzurri. Non vuole perderlo, per il Napoli, per Napoli e per sé stesso. E per questi ragazzi, che stanno facendo un'impresa straordinaria, entrando nell'Olimpo del calcio mondiale e scrivendo le pagine della storia immortale di un club importante ma poco vincente. E quindi, come sempre, testa alla prossima, che è il Milan che gli azzurri incontreranno anche in Champions. E' sempre la prossima, la partita più difficile. E, ne siamo sicuri, per Spalletti non sono frasi fatte ma è proprio così. Poi ci sarà tempo per vederlo sorridere ed esplodere di gioia. E noi, a Napoli, non vediamo l'ora di vederlo sciogliersi ed abbandonarsi - finalmente - alle emozioni belle che s'è guadagnato. Come sempre, sul campo.