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editoriali

La rivalsa di Spalletti e Pioli che hanno saputo evolversi: chi il collettivo migliore?

Mattia Fele

Il confronto tra Pioli e Spalletti

Lo ha detto e ridetto Spalletti in conferenza, dopo che anche Pioli lo aveva accennato alla stampa di Milano:Milan e Napoli si assomigliano. Non solo nella costruzione (due rose giovani, che fanno del collettivo il punto di forza maggiore) ma anche in alcuni aspetti tattici: l'aggressione al portatore di palla, i movimenti a entrare nel campo dei terzini, il posizionamento del trequarti dietro il centrocampo avversario. Quali possono essere allora i punti in cui due collettivi alla pari possono farsi del male?

Spalletti e Pioli a confronto: chi il collettivo migliore?

Del 4-3-3 del Napoli si è parlato ampiamente: Spalletti cerca di sviluppare in diversi modi la manovra offensiva, sia per vie centrali che per vie laterali. La costruzione bassa viene effettuata anche in autonomia dai due difensori, trovandosi molto spesso Lobotka (perno "triangolo" di centrocampo) schermato da un attaccante o un centrocampista avversario. Subito si ricerca la verticalità di Zielinski (che poi può affidarsi al lavoro di catene appoggiandosi sulle fasce o può cambiare lato e dialogare con la punta vicina), ma molto dipende dalle caratteristiche degli uomini in campo. Il Napoli è diverso con Lozano e Kvara piuttosto che con Politano ed Elmas, così come con Ndombele non si avrebbe lo stesso attacco profondo che promette Piotr.

Il Milan interpreta il proprio 4-2-3-1 in modo molto moderno, in parte come fa (faceva) il Napoli di Spalletti stesso: interessante innanzitutto come Calabria vada a cambiare spesso posizione schiacciandosi sulla difesa avversaria, come il centrale di centrocampo (il mediano, l'anno scorso Kessié e quest'anno Bennacer) venga tra i difensori ad attirare la pressione avversaria e a creare opzioni di passaggio sin da subito. Ma il punto forte del Milan è lo sfruttamento del lato debole avversario: si gioca da un lato per colpire dall'altro. Così, con cambi di gioco e salite perpetue di 5-6 calciatori in area per riempire le zone d'attacco, ogni pallata nei pressi della trequarti può risultare molto pericolosa. Di più, questa stessa foga dell'attacco si ritrova in ripiegamento: i rossoneri sono velocissimi (e in tanti) a chiudere gli spazi alle ripartenze una volta persa la palla.

Entrambe le squadre ricercano fluidamente lo spazio, talvolta lo "inventano" tentando una riconquista in una zona specifica, anche rischiando l'errore per poi aggredire. Il Napoli in questo ha un primato quest'anno: è al primo posto per palloni recuperati in zona offensiva (60) e per tiri conseguenti a questa pressione. Il Milan è subito dietro (come nei gol fatti, 13 per Spalletti e 12 per Pioli). Ci sarà da divertirsi: chi sarà il collettivo migliore?